Nuova tegola sull'Ama e sulla possibilità di ripulire Roma. La richiesta del presidente Daniele Fortini di aumentare i turni di due ore in modo da fare funzionare 24...
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GERMANIA
La situazione è esplosiva. Tra i camionisti dell'Ama serpeggia insoddisfazione per quanto è stato ottenuto con il rinnovo del contratto nazionale e questo rappresenta un'altra insidia nel tentativo di Roma di uscire dalla crisi delle ultime settimane. La buona notizia è che dopo un incontro con Enki (il consorzio che ha vinto l'appalto per il trasporto di indifferenziato all'estero) da novembre dovrebbe partire l'operazione di trasferimento di parte dei rifiuti in Germania: sarebbe una boccata di ossigeno in vista delle difficoltà prevedibili quando riapriranno le scuole. Anche il governo è preoccupato e non solo perché nell'account Twitter Nomfup (creato da Filippo Sensi, portavoce di Renzi) è stata rilanciata la foto di un cumulo di rifiuti non raccolti con l'hashtag #romanord. Ieri il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, ha detto di essere pronto ad aiutare la Raggi: «Io mi auguro che a Roma non ci sia una crisi come quella di Napoli, ma non posso escluderlo. Mi auguro che ci sia la responsabilità da parte del nuovo sindaco di fare tutto il necessario perché non si arrivi a una crisi di rifiuti come quella di Napoli. Le mie porte sono aperte al sindaco qualora ci fosse bisogno». Secondo il ministro Galletti in queste ore il problema rifiuti per strada è stato risolto, ma in realtà, soprattutto in periferia (come mostra la foto di Nomfup ma come raccontano anche decine di segnalazioni inviate su Twitter dai romani usando l'hashtag #romapulita), la situazione è ancora difficile. Gli impianti di trattamento sono sempre in sofferenza e anche l'altra notte, a Malagrotta, si sono formate lunghe file di camion dell'Ama in attesa di poter scaricare nei Tmb del gruppo Colari.
TENSIONE
Nel caos, prosegue la guerra tra l'assessore Paola Muraro e Fortini. Ieri nuovo round: in molti hanno fatto notare alla Muraro che, da consulente di Ama da 12 anni, con particolari competenze proprio sul Tmb di Rocca Cencia, è in qualche modo corresponsabile della crisi in corsa. Ieri ha replicato scaricando le colpe sul management di Ama che non avrebbe ascoltato le sue denunce. Ha detto: «Negli ultimi anni non era più possibile lavorare. Quando il consulente non viene ascoltato non si può più andare avanti. Il consulente ha senso quando può incidere e invece io non potevo perché non avevo responsabilità su questo. Per il carattere che ho, le mie battaglie le ho fatte, ma se poi i vertici non ascoltano, non posso far altro che concludere il mio mandato. Infatti io a gennaio non ho rinnovato l'incarico». Che futuro ha Ama? «Prima di chiudere Ama bisogna salvare il salvabile. Ci sono professionalità in Ama che vanno assolutamente valorizzate. Occorre una riorganizzazione interna, che noi faremo nei prossimi giorni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero