Brasile, a processo tre di cannibali: cucinavano empanadas con la carne delle vittime

Brasile, a processo tre di cannibali: cucinavano empanadas con la carne delle vittime
Le attiravano offrendo loro un lavoro. Poi le uccidevano e con i corpi facevano empanadas di carne da mangiare e vendere ai vicini. Sembra la trama di un film splatter, invece è...

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Le attiravano offrendo loro un lavoro. Poi le uccidevano e con i corpi facevano empanadas di carne da mangiare e vendere ai vicini. Sembra la trama di un film splatter, invece è realtà: il trio di «cannibali» composto dal 50enne Jorge Beltrao Negromonte da Silveira, sua moglie Isabel Cristina Pires e la sua amante Bruna Cristina Oliveira da Silva affronta in questi giorni il processo in Brasile.








I tre attiravano ragazze e donne nella loro casa alla periferia di Garanhuns, una cittadina rurale nel nord est del Brasile, con la promessa di assumerle come baby sitter: invece le uccidevano seguendo un complesso rituale di magia nera, asciugavano il sangue e ne mangiavano alcune parti. Il resto lo tritavano e lo usavano come ripieno per le classiche empanadas brasiliane, che poi vendevano a bar e ristoranti dei dintorni.



I tre sono stati inchiodati quando la polizia ha trovato nel retro della loro casa i resti di due donne, alcuni vestiti strappati e un baule macchiato di sangue. Ad aiutare gli inquirenti una bambina di 5 anni che sembra vivesse con il trio: sarebbe figlia proprio di Negromonte e di una delle sue vittime.



Ma le scoperte raccapriccianti non erano finite: nella casa degli orrori la polizia ha ritrovato un manoscritto di Negromonte intitolato «Rivelazioni di uno schizofrenico», nel quale l'uomo racconta di magia nera, torture e cannibalismo. Un rituale di «purificazione» che gli veniva imposto da immagini nella sua testa: solo le donne andavano uccise per via del loro «grembo maledetto».



Ma al processo, Negromonte ha negato di essere pazzo e ha parlato di momento di debolezza del quale si è poi pentito. A decidere le conseguenze delle sue azioni saranno i giudici. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero