Camorra, Rosa Amato sfida Schiavone jr: «Devi dire la verità sull'omicidio di mio fratello»

Ha deciso per la prima volta di mostrarsi a volto scoperto Rosa Amato, 40 anni, ex camorrista ed ex collaboratrice di giustizia. In una intervista all'emittente campana Tv...

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Ha deciso per la prima volta di mostrarsi a volto scoperto Rosa Amato, 40 anni, ex camorrista ed ex collaboratrice di giustizia. In una intervista all'emittente campana Tv Luna, Rosa "affronta" per la prima volta Nicola Schiavone oggi pentito, ma fino a ieri l'erede temutissimo del clan dei casalesi nonché primogenito del capo dei capi, Francesco Schiavone detto Sandokan detenuto dal 1998 e sottoposto al carcere duro del 41 bis.

Appena ha saputo del pentimento di Nicola, Rosa è scoppiata a piangere: «Ho subito pensato che Nicola potrà finalmente raccontare la verità sulla uccisione di mio fratello Carlo e così restituire un po' di pace alla mia famiglia segnata per sempre da quella tragedia». Carlo Amato fu ucciso a soli diciannove anni il 19 marzo del 1999 in un "Disco club” di Santa Maria Capua Vetere, dove era in corso la festa del liceo. Malgrado gli sforzi dei familiari e il lavoro degli inquirenti il nome del vero colpevole non venne mai fuori. Un muro di omertà senza precedenti «favorito - dice Rosa -, dal fatto che a quella festa erano presenti i figli del boss Francesco Schiavone. Walter che all'epoca era uno studente del liceo ma anche Nicola con i suoi guardaspalle tra cui Michele Della Gatta ucciso poi in un agguato».

Un clan quello degli Amato nato “per vendetta”, per contrastare gli affari dei casalesi, colpevoli secondo Rosa e suo padre Salvatore di aver contribuito a ostacolare la ricerca dei veri colpevoli dell'omicidio di Carlo:
«Di tutti i presenti a quella tragedia nessun testimone», ha proseguito l'ex collaboratrice di giustizia. Il sangue che viene fatto lavare via dal pavimento della discoteca, sul delitto pesano ancora gravi ombre: «Nicola, solo tu - ha dichiarato Rosa rivolgendosi all'ex boss -, sei in grado di fare luce sulla uccisione di mio fratello. Ti prego, racconta la verità e cambia la tua vita. Te lo chiedo in nome della mia famiglia, di mia madre che è morta uccisa dal cancro e dallo strazio per la morte del figlio. Te lo chiedo in nome di tutte quelle persone che sono morte per causa della camorra».


Da oggi Rosa Amato è tornata alla clandestinità. È tornata al nord. Ha due figli da proteggere: Valery e Carlo e sa che una parte di Santa Maria Capua Vetere non la ama. Non ha un compagno, non ha un lavoro. Il biondo platino dei lunghi capelli tradisce il suo sogno, quello di fare la parrucchiera. Ma Rosa combatte anche con la burocrazia che non favorisce l'inserimento sociale dopo l'uscita dal programma. Un'ultima domanda:
«Un uomo può cambiare?». E Rossella risponde infine : «Un uomo può cambiare soltanto se passa attraverso un altro dolore. Non so quale sia stato il motivo del pentimento di Nicola Schiavone. Ma so che, in ogni caso, l’omicidio di mio fratello ha scosso molte coscienze. E questo malgrado l’omertà. Sono convinta che anche i casalesi, a lor modo, sono rimasti toccati dalla fine di mio fratello. Ed è per questo motivo che dico che sì, lui lo farà. Nicola Schiavone dirà finalmente la verità».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero