Minimi salariali, rimborsi, straordinari: negli Stati Uniti quello della cheerleader sarà un mestiere a tutti gli effetti. ...
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È la conseguenza di una legge dello Stato della California, che prevede che, a partire dal 2016, i diritti delle cosiddette ragazze pon pon siano parificati a quelli di tutti gli altri lavoratori. Per il momento, però, la disposizione sarà esecutiva esclusivamente per le squadre californiane di football iscritte alla Nfl, la massima lega nazionale.
«La legge protegge le cheerleaders in California - ha affermato all'Huffington Post Lorena Gonzalez, una degli estensori della norma - ma questo è un problema a livello nazionale. Non avremmo mai tollerato imbrogli alle lavoratrici in qualsiasi altro posto di lavoro. In Nfl non dovrebbe essere diverso».
Nata dopo anni di polemiche e battaglie, la storica svolta impressa dal Parlamento californiano origina dalla vicenda di Caitlin Yates, ex cheerleader degli Oakland Raiders che si era vista respingere dal suo team la richiesta di un rimborso per un viaggio di lavoro. Da lì, la decisione della giovane di citare la franchigia in tribunale e, in seguito, la scelta dello Stato americano di stringere i tempi per una legge che equiparasse finalmente ai lavoratori dipendenti le professioniste della coreografia.
Quello della Yates, d'altronde, non è l'unico caso di diritti negati nel mondo del football americano: simili richieste nei confronti delle squadre Nfl, infatti, erano state avanzate anche dalle ragazze di New York Jets, Cincinnati Bengals, Buffalo Bills e Tampa Bay Buccaneers. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero