Confindustria sposa la linea della Lega, scontro tra Boccia e Calenda

Calenda: «Confindustria leghista, Boccia verognoso». La replica: «Non sai neanche organizzare una cena»
Duro botta e risposta fra il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e l'ex ministro dello Sviluppo ed ex direttore dell'area strategica e degli affari istituzionali...

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Duro botta e risposta fra il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e l'ex ministro dello Sviluppo ed ex direttore dell'area strategica e degli affari istituzionali di viale dell'Astronomia Carlo Calenda. A innescare la miccia, davanti alla platea dell'associazione degli industriali di Vicenza, è un'uscita di Boccia.


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«Di questo Governo crediamo fortemente nella Lega, è una componente importante, qui non si tratta di regionalità ma di risposte vere ai cittadini», ha detto il leader degli imprenditori, che già ieri era apparso piuttosto morbido nel commentare l'intenzione dell'Esecutivo di portare il rapporto deficit-Pil al 2,4%: «Si può fare più debito pubblico purché questo abbia una attenzione a crescita economica, occupazione e meno debito», aveva detto, parlando anche di »nervosismo eccessivo« dei mercati che ieri sul tema hanno conosciuto una giornata di fuoco. Al netto di un'affermazione fatta davanti agli industriali di una regione molto leghista e delle aspettative che giustamente tutte le parti sociali nutrono guardando alla nebulosa che ancora oggi circonda le misure che comporranno la Legge di Bilancio, è difficile ricordare un presidente di Confindustria che così apertamente 'sposà non solo un Governo, ma addirittura un partito. E immediato, infatti, è arrivato il commento di Calenda, che i corridoi del palazzo di vetro dell'Eur li conosce piuttosto bene. Confindustria «è ufficialmente leghista - ha detto l'ex titolare dello Sviluppo Economico - Chissà se le imprese credono anche nel piano B, nel trasformare l'Italia in una democrazia illiberale, nello spread fuori controllo etc. Mai un presidente aveva fatto un endorsement così a un partito politico. Vergognoso.


Finita qui? Neanche per sogno.
«Lui ha parlato di una Confindustria appiattita e non ha avuto parole tenere nei nostri confronti. In realtà Calenda non è neanche in grado di organizzare una cena a casa sua con i compagni di partito», è stato il contrattacco di Boccia, riferendosi all'annunciata e poi mancata cena Pd che Calenda aveva intenzione di organizzare con Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti. Battuta velenosa a cui è arrivata a stretto giro di Twitter una risposta con altrettanto vetriolo: «Caro Boccia io ho organizzato impresa 4.0, Piano Made in Italy, Strategia Energetica Nazionale, norma sulle imprese energivore etc. Prendere lezioni da chi organizza solo cene e convegni e ha quasi fatto fallire l'unica azienda che possiede, il Sole24ore, mi sembra troppo». Ma la giornata confindustriale non è finita con questo aspro botta e risposta a distanza. Mentre Boccia parlava agli industriali vicentini infatti, il presidente dei Giovani (gli under 40 di Confindustria) Alessio Rossi prendeva posizione sulla flat tax, cavallo di battaglia proprio della Lega. «La Flat tax le imprese già ce l'hanno ed è l'Ires al 24% - ha detto Rossi - Abbiamo detto no grazie alla Flat tax se i conti pubblici non sono in ordine. È vero che la tassazione in Italia è troppo alta, ma non possiamo permetterci adesso di ricevere un regalo che ricadrà sulle prossime generazioni».


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Il Messaggero