Muore in casa e nessuno la cerca: il cadavere ritrovato dopo sette anni

Muore in casa e nessuno la cerca: il cadavere ritrovato dopo sette anni
Per sette anni nessuno si è chiesto che fine avesse fatto Anne Leitrim. Senza amici e con una famiglia con la quale aveva chiuso i rapporti, il cadavere di questa infermiera...

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Per sette anni nessuno si è chiesto che fine avesse fatto Anne Leitrim. Senza amici e con una famiglia con la quale aveva chiuso i rapporti, il cadavere di questa infermiera neonatale di 58 anni è rimasto per sette anni accanto al letto, fino a quando - sembra quasi assurdo - il mancato pagamento del mutuo non ha fatto scattare l'allarme. Una tragedia della solitudine scoperta a giugno ma che ora potrebbe trovare una motivazione alla luce di un'inchiesta aperta sulla donna, che anni fa venne accusata di «comportamento inadeguato nei confronti di un bambino».




Il corpo mummificato di Anne è stato scoperto sei mesi fa nel suo appartamento di Bournemouth, in Inghilterra, da alcuni ufficiali giudiziari che erano andati alla sua porta, con un ritardo biblico, per il mancato pagamento del mutuo. Il cadavere, ormai mummificato, giaceva accanto al letto. Su un bigliettino si leggeva: «I dottori non hanno fatto nulla di male. Amo i miei bambini. Addio Janet».



Tuttavia il rapporto post mortem non ha potuto accertare la causa del decesso, visto che sul corpo non è stato possibile effettuare test tossicologici. Per il procuratore Sheriff Payne la nota «potrebbe fare pensare a un suicidio, ma non c'è nessuna prova che possa dimostrarlo».



Per anni nessuno si era accorto della sua assenza, né i vicini né i colleghi. Quando la posta nella cassetta delle lettere di Anne ha iniziato a riempirsi, chi abitava a fianco a lei ha pensato che la donna avesse lasciato l'appartamento e si fosse trasferita. La sorella Katherine ha raccontato che Anne aveva chiuso i rapporti con la sua famiglia circa 20 anni fa e il procuratore ha descritto la donna come solitaria e senza amici. Assumeva dei farmaci contro lo stress da 10 anni e a giugno del 2007 aveva ricevuto un “ultimo avvertimento” dall'Homerton University Hospital, nella zona est di Londra, dove la donna lavorava: su di lei pendeva l'accusa di condotta inappropriata nei confronti di un bambino. A un avvertimento orale era seguito una lettera scritta.



Poi, nonostante fosse stata reintegrata sul posto di lavoro, Anne smise di presentarsi in corsia, non rispose più alle lettere e alle telefonate costringendo l'ospedale a licenziarla. Adesso le ragioni della morte potrebbero essere ricondotte a quell'ultimo avvertimento. Senza la causa della morte e nessuna prova di un suicidio, la storia di Anne è destinata a rimanere un caso aperto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero