«Le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate rompendo i vetri e uscendo tra le urla e il panico. Un professore di educazione fisica ha...
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La console d'Ungheria ha incontrato il professore. «Mi ha raccontato di aver visto alzarsi le fiamme, l'abitacolo del pullman subito invaso da un denso fumo». Un racconto che parla di vetri dei finestrini rotti per mettersi in salvo, di scene di pianto e urla, di persone intrappolate dalle fiamme. «Il docente - ha ricordato la console - ha riportato ustioni e lesioni. È entrato più volte in autobus per salvare più vite possibile».
«Sto vedendo espressioni di dolore e cordoglio da tutte le persone che ho incontrato: dalla polizia stradale, dai vigili del fuoco, dal personale medico degli ospedali. Sono tutti molto vicini e stanno operando tutti anche nell'opera di assistenza ai feriti e alle altre persone coinvolte con il massimo di umanità e forza», ha detto ancora Timaffy, esprimendo parole di gratitudine nei confronti dell'imponente macchina dei soccorsi che si è messa in moto fin dai primi momenti per il rogo. Cordoglio è stato espresso anche da prefetto e dal sindaco di Verona che hanno operato per trovare un alloggio per la notte per un gruppo di persone che non hanno riportato ferite nello schianto.
Sedici i morti, 39 i feriti di cui dieci gravi. A bordo erano in 55. Tredici ragazzi sono riusciti a saltare fuori dal mezzo prima che si incendiasse. Hanno visto l'inferno: «La gente bruciava viva», ha raccontato un testimone. Sulle cause dell'incidente le ipotesi al vaglio sono diverse dal malore del conducente, al colpo di sonno o il guasto meccanico. Non ci sono altri veicoli coinvolti. I genitori dei ragazzi stanno arrivando dall'Ungheria.
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Il Messaggero