Un altro innocente ammazzato con un colpo di pistola, come il barista di Budrio una settimana fa: è iniziato così, nella serata di sabato, il nuovo capitolo della...
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Una guardia ambientale volontaria uccisa, una guardia provinciale ferita seriamente, lungo la strada Mondo Nuova, a otto chilometri da Portomaggiore (Ferrara): tutto porta a ipotizzare che a sparare sia stato Igor Vaclavic, 41 anni, ricercato per una serie di rapine commesse nel Ferrarese nell'estate 2015, e sospettato di essere l'assassino del barista Davide Fabbri, ucciso con un colpo di pistola fa a Budrio. Ieri sera avrebbe sparato dopo essere stato fermato per un controllo. La vittima si chiamava Valerio Verri, 65 anni. Il ferito è Marco Ravaglia, cinquantenne, da giovane giocatore di rugby del Cus Ferrara che, pur colpito a una spalla e alla schiena, è riuscito a dare l'allarme: è stato operato e non è in pericolo di vita. I due componevano una pattuglia che svolgeva periodicamente controlli del territorio per evitare bracconaggio, pesca di frodo, abbandono di rifiuti, bivacchi di immigrati clandestini. Non erano certo a caccia di un bandito pericoloso.
L'incontro con l'omicida è stato così casuale, durante una delle consuete perlustrazione. L'assassino è sceso dal Fiorino bianco e poi, minacciandolo con il fucile, ha disarmato Ravaglia. Forse le due guardie hanno tentato comunque di fronteggiare il bndito che ha sparato con una pistola uccidendo Verri e ferendo Ravaglia. Poi la fuga sul piccolo furgone rubato a Molinella di Bologna. E' iniziata allora un'imponente caccia all'uomo. Poco dopo l'uccisione della guardia, Vaclavic è stato intercettato dai carabinieri nella località Marmorta del comune di Molinella, al confine con la provincia di Ferrara. Non gli è restato allora che continuare la fuga a piedi in quella che è una zone "umide" più note d'Italia, le valli di Argenta che ospitano anche parte del Parco del Delta del Po e numerose altre oasi naturalistiche come appunto quella di Marmorta.
Un territorio poco popolato, attraversato da fiumi, a cominciare dal Reno, e da canali artificiali, fossati che compongono un secolare e imponente complesso di regimentazione delle acque e che rappresenta, per chi lo conosce, una formidabile e discreta alternativa a e strade e sentieri, soprattutto adesso che la rigidità dell'inverno è terminata.
Vallate, canneti, zone paludose, grandi macchie di lecci, pioppi, olmi. E poi sacche, casse di espansione (utilizzate durante le piene), argini, chiuse. Un terreno ricco di nascondigli artificiali e e naturali che mette in difficoltà i cani, ostacolati dai corsi d'acqua in cui il fuggiasco potrebbe rifugiarsi mentre si sposta, e che rende poco efficace anche l'uso degli elicotteri e dei loro potenti fari. Per di più avvicinarsi al fuggiasco è estremamente pericoloso ed è probabile che, per evitare di rischiare altre vite, si attenderanno le luci dell'alba per stringere ancora il cerchio via via delimitato sulle strade della zona dai lampeggianti delle "gazzelle" e delle "pantere" che punteggiano la notte senza nubi in parte rischiarata dalla luna crescente.
Ore utilizzate anche per coinvolgere altri uomini e rafforzare la "chiusura" della zona, in particolare nei pressi dell'oasi di Marmorta: nessuno vuole pensare alle conseguenze di una mancata cattura di Vaclavic che ha un curriculum criminale considerato fin dall'inizio compatibile quantomeno con la rapina della guardia giurata a cui è stata sottratta, a Consandolo, nel Ferrarese, la pistola calibro 9 (una Smith&Wesson argentata) poi utilizzata per l'omicidio di Budrio.
Il bandito era uscito dal carcere nella primavera del 2015, dopo aver scontato una condanna. La "bassa" tra Ferrara e Bologna lo vede in azione da almeno un decennio: già nel 2007 fu arrestato per aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo. Faretra sulle spalle, coltello legato a una gamba, una bandana nera. E un soprannome "Lupo Solitario" che si dice gli sia stato affibbiato in prigione. La Procura di Ferrara lo accusa di far parte, in altri colpi, della banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, ad Aguscello, fatto di sangue a cui il 41enne non partecipò e per cui sono già state pronunciati due ergastoli.
Peraltro secondo le ultime verifiche Vaclavic, che ha molti alias, non sarebbe russo - come sembrava all'inizio della vicenda - ma proveniente dall'ex Jugoslavia. Non sarebbe neppure un ex militare, come si era detto, anche se sulla sue capacità di mimetizzarsi nel territorio e di sfruttarlo a suo favore non ci sono dubbi.
Sulle tracce di Igor gli investigatori ci sono da sabato scorso, quando Davide Fabbri, barista di 52 anni, è stato freddato con un colpo di pistola a Riccardina di Budrio, durante un tentativo di rapina.
Il Messaggero