Brunei, bandito il Natale perché contro la fede islamica: chi lo celebra rischia fino a 5 anni di carcere

Hassanal Bolkiah, 67 anni, al matrimonio del figlio lo scorso aprile
Niente più Natale in Brunei. Il sultano Hassanal Bolkiah, 67 anni, ha bandito la celebrazione della festività cristiana dal suo Paese. Il motivo? Non danneggiare la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Niente più Natale in Brunei. Il sultano Hassanal Bolkiah, 67 anni, ha bandito la celebrazione della festività cristiana dal suo Paese. Il motivo? Non danneggiare la fede dei musulmani. Chiunque non rispetterà questa legge, ha riportato il Daily Telegraph, potrà essere punito con il carcere fino a 5 anni e con multe fino a 20mila dollari. La stretta nel micro-Stato sull’isola del Borneo è soltanto l’ultima trovata del reggente per imporre la legge islamica ai suoi sudditi nel modo più intransigente, dopo l’introduzione della Sharia nel 2014.


Come ha sottolineato il ministro degli Affari religiosi, per festeggiare si intende “l’ostentazione pubblica del Natale”, come “indossare simboli religiosi come le croci, accedere candele, addobbare abeti e cantare inni religiosi, oltre a montare luci e decorazioni”. Per cui i non musulmani residenti in Brunei potranno santificare le feste natalizie solo all’interno delle loro comunità e dopo aver dichiarato alle autorità le proprie intenzioni.

L’idea arriva direttamente dagli imam del piccolo Paese, che hanno denunciato come “i musulmani rischiano di seguire atti contrari alla fede in Allah, come usare simboli religiosi come la croce o fare l’albero”. Invito immediatamente accolto dal governo del Sultano, che però ha fatto arrabbiare, e non poco, i suoi sudditi cristiani.

Spopola infatti in rete l’hashtag #mytreedom per rivendicare il diritto di celebrare il Natale pubblicamente.
Tuttavia, quest’ultimi rappresentano una minoranza nell’ex protettorato britannico. Il 65% dei 420 abitanti è infatti musulmano, e la legge segue rigidamente la Sharia, che consente pene come la lapidazione, la flagellazione e l’amputazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero