Era stato appena finito il conteggio dei voti sulla Brexit e già questa mattina la Spagna era all'attacco su Gibilterra, eterna patata bollente fra Madrid e Londra ma...
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Il ritorno di dazi, controlli doganali (Gibilterra per ora è esente dall'Iva) e permessi di lavoro o di soggiorno sarebbe un disastro per la Rocca e per la fetta di Spagna che la circonda che vive degli scambi - 743 milioni di euro - con il piccolo ma ricco territorio britannico. Diecimila spagnoli ogni giorno vanno a lavorare nella Rocca e centinaia di abitanti di Gibilterra sciamano nell'hinterland spagnolo dove hanno ville e proprietà. «Fra una frontiera chiusa e code di ore per attraversarla non c'è molta differenza» avverte il rappresentante dei frontalieri spagnoli Juan Joé Uceda. Per ora il senso dell'appartenenza britannica prevale nella Rocca. «Gibilterra non sarà mai spagnola, neanche in parte», ha tuonato il primo ministro del territorio Fabian Picardo. «Non pagheremo con la sovranità l'accesso a un mercato» ha replicato a Margallo. Nel concreto però l'uscita di Londra dall'Ue è ancora lontana. Fra due anni molte cose potrebbero cambiare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero