«Basta verificare i programmi del Movimento noi non abbiamo mai messo in discussione la permanenza italiana nell'Unione abbiamo sempre portato avanti il...
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Uscire dall'Ue «non è mai stato nei nostri programmi. L'esistenza di un gruppo del M5S in parlamento europeo e il nostro gruppo che cerca di fare pressioni sul governo italiano dimostrano che crediamo ancora nel progetto politico» dell'Europa. «Questo è un momento in cui l'Ue ha avuto lo scossone che si meritava. O lo coglie o non saranno i referendum a dissolvere l'Ue ma si dissolverà da sola. Per fortuna siamo ad un momento prima», ha affermato ancora Di Maio.
«Io non ho né festeggiato, né sono terrorizzato, penso agli effetti che questo referendum potrà avere sul mio paese, l'Italia. Ed è tutto da vedere», ha continuatop Di Maio. «Di fronte a una consultazione democratica in cui il 72%, 16 milioni di cittadini, votano per restare e 17 votano contro, in ogni caso è la vittoria della democrazia. E dovremmo abituarci in futuro su consultazione sui singoli temi perché i cittadini sono insoddisfatti di rappresentanti politici che scompaiono il giorno dopo che hanno votato». «So che la Grane Bretagna non è l'Italia. La Gran Bretagna esce pur non avendo l'euro, il fiscal compatti e il trattato di Schengen. Hanno un problema sull'immigrazione comunitaria più che sull'extra-comunitario. Quando li ho incontrati potevano l'accento sui cittadini dell'Ue: polacchi, ungheresi, romeni. Penso che non si possano paragonare la loro situazione rispetto a quelle dell'Italia», continua l'esponente 5 stelle.
«Renzi dice tante cose ma poi non le fa. Ha presieduto il semestre europeo e non è stato in grado di incidere sul cambiamento. Quando un premier dimette il precedente con un tweet in cui dice stai sereno e ha una maggioranza in provetta ai tavoli europei non ha credibilità, noi speriamo dopo questa bufera ci sia una presa di consapevolezza da parte dei membri del Consiglio europeo», ha affermato ancora Di Maio.
«Nel mio viaggio in Gran Bretagna» a maggio «ciò che ho avuto modo di capire è che in quel momento tutti sapessero che si stava per abbattere uno tsunami politico. E ho capito che anche in Francia si attendono uno tsunami che si chiama Le Pen, in Germania si chiama Alternative fuer Deutschland. Dovreste essere rincuorati da noi» del M5S, sostiene poi Di Maio.
«Le confermo che il referendum di ottobre non sarà per noi un voto contro o a favore di Matteo Renzi. Vogliamo spiegare agli italiani cosa c'è scritto nella legge: un Senato che non si abolisce, non si diminuiscono i costi della politica. Ne discuteremo nelle piazze. E il giorno dopo il referendum, quando mi auguro vinca il no, spero che una volta nella sua vita Renzi rispetti la parola e si dimetta. Lui ha personalizzato il referendum. Noi non lo chiederemo», ha poi osservato il leader 5 stelle.
«Noi abbiamo una posizione netta che è contraria, abbiamo un modello alternativo. Quindi dovremmo essere apprezzati anche se ci fosse una legge che possa favorirci noi non la sosterremo», ha quindi detto Di Maio, parlando dell'Italicum.
Il M5S spera che l'anno prossimo si possa votare in Italia, ha infine affermato l'esponente grillino. Il vicepresidente della Camera ha fatto un elenco di Paesi chiamati al voto in Europa e ha aggiunto: «E speriamo l'anno prossimo nelle elezioni in Italia, il prima possibile».
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Il Messaggero