Brexit, Bruxelles approva le “linee guida”, ma la Germania: «Linea dura con la Gran Bretagna»

Brexit, Bruxelles approva le “linee guida”, ma la Germania: «Linea dura con la Gran Bretagna»
Le linee guida per i negoziati con la Gran Bretagna sono state «adottate all'unanimità» dal Consiglio Europeo a Bruxelles. «Il mandato politico...

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Le linee guida per i negoziati con la Gran Bretagna sono state «adottate all'unanimità» dal Consiglio Europeo a Bruxelles. «Il mandato politico dell'Ue solido ed equo per i colloqui sulla Brexit è pronto». Ne dà notizia su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk.  


«È stato sufficiente un minuto per la firma delle linee guida per la Brexit», così un portavoce del Consiglio europeo. I leader dei 27 sono ora riuniti per esporre le proprie priorità e preoccupazioni, anche alla presenza del capo negoziatore Michel Barnier.

«Abbiamo cominciato bene. C'è quindi fondato motivo per essere ottimisti». Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani nel suo discorso al Consiglio europeo sulla Brexit. I lavori preparatori, ha sottolineato, «hanno mostrato una grande unità di intenti e una totale convergenza» tra gli Stati membri e le istituzioni Ue. Le linee guida adottate costituiscono «un quadro di riferimento eccellente per i futuri negoziati e un ottimo punto di partenza per assicurare un'uscita ordinata del Regno Unito dall'Unione».

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, appoggia la linea dura nelle trattative sulla Brexit. «La Gran Bretagna non può avere, dopo la sua uscita, dei vantaggi che altri Paesi non hanno. Nulla è gratis, i britannici devono saperlo», ha detto Schaeuble ai giornali del gruppo Funke. Il ministro tedesco ha poi invitato Londra a rispettare i suoi obblighi finanziari. Schaeuble si è inoltre schierato contro un aumento dei trasferimenti della Germania alla Ue dopo l'addio di Londra: «i fondi nel bilancio della Ue devono bastare, bisogna investirli in modo più efficiente rispetto ad oggi», ha aggiunto, spiegando che ci sono «ancora molti margini di miglioramento». 
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Il Messaggero