Nuovo scontro nei tribunali brasiliani sulla vicenda giudiziaria di Luiz Inacio Lula da Silva: un giudice di Porto Alegre ha ordinato oggi la scarcerazione dell'ex presidente,...
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Secondo Favreto, il fatto che Lula si trovi rinchiuso in una cella della polizia a Curitiba rappresenta una violazione dei suoi diritti politici, giacché è precandidato del suo partito per le elezioni del prossimo ottobre. I tre deputati che avevano presentato il ricorso si sono immediatamente presentati a Curitiba per chiedere la liberazione di Lula, ma la polizia si è rifiutata a procedere, su istruzioni di Moro. Malgrado sia in vacanza all'estero, il pm ha infatti dichiarato che il magistrato di Porto Alegre risulta «del tutto incompetente» per occuparsi del caso, e si è opposto alla scarcerazione dell'ex presidente. Sui social, la reazione dei leader del Pt è stata immediata: la presidente del partito, Glesi Hoffmann, ha denunciato «un nuovo golpe» e una «nuova sentenza di morte contro lo Stato di diritto» e il senatore Lindbergh Farias ha proclamato che «Moro è un fuorilegge!». Mentre la tensione politica cresceva nei media e suoi social, però, è intervenuto Joao Pedro Gebran Neto, il magistrato federale responsabile delle inchieste anticorruzione, e in particolare di quella per la quale è stato condannato Lula, che ha bloccato l'ordine di scarcerazione. In una breve ordinanza, Gebran Neto ha disposto che «per evitare maggiori confusioni», e tenendo conto che la decisione di Favreto può essere rivista dal giudice competente nel caso, cioè lui stesso, la polizia di Curitiba deve «astenersi da qualsiasi azione che modifichi la sentenza collegiale» del tribunale di Porto Alegre, che ha confermato in secondo grado la colpevolezza di Lula e ne ha disposto la carcerazione.
Formalmente, dunque, Gebran Neto non ha respinto l'ordine di scarcerazione, ma l'ha sospeso fino al momento in cui lui stesso prenda una decisione, sottolineando però che esistono già varie decisioni contrarie, adottate a livello regionale, federale e perfino dal Supremo Tribunale Federale (Stf).
Il Messaggero