Bonino in Iran: «Teheran sia responsabile sul nucleare e sulla Siria»

Il ministro degli Esteri Emma Bonino in Iran
L'Iran deve giocare un ruolo da protagonista nella crisi siriana e contribuire, insieme con i paesi occidentali, al successo dell'accordo sul suo programma nucleare. ...

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L'Iran deve giocare un ruolo da protagonista nella crisi siriana e contribuire, insieme con i paesi occidentali, al successo dell'accordo sul suo programma nucleare.


Dieci anni dopo l'ultima visita di un ministro degli Esteri italiano a Teheran, Emma Bonino rivendica il ruolo di "apripista" dell'Italia «nell'andare a vedere le carte» in mano all'Iran. Nel giorno della Yalda in cui gli iraniani festeggiano la fine della «notte più lunga» e l'inizio di una nuova alba, Bonino arriva a Teheran, con l'offerta di un dialogo aperto e la richiesta che il Paese «si assuma le sue responsabilità».



Responsabilizzazione. È questa la parola chiave della visita di due giorni che la titolare della Farnesina ha iniziato oggi incontrando due vice-presidenti, donne. Ed è questo il messaggio che domani Bonino porterà al presidente Hassan Rohani e al ministro degli Esteri Mohamed Zarif. Il governo italiano «invita e chiede» all'Iran un'assunzione di responsabilità su due fronti principali. Innanzitutto sulla crisi siriana, «una catastrofe che non ha pari in tempi recenti». L'Italia, che proprio ieri ha ottenuto di sedersi al tavolo di Ginevra 2 probabilmente anche grazie alla sua disponibilità a fornire un porto per il trasbordo di parte dell'arsenale chimico di Damasco, da mesi sostiene la necessità di un coinvolgimento di Teheran. «Diretto o indiretto è da vedere», e comunque ci vuole un «approccio collegiale» viste le resistenze manifestate anche ieri dagli Stati Uniti, ma bisogna che il paese sia parte della soluzione. Ma, a un mese dallo storico accordo di Ginevra sul nucleare, c'è un altro importante messaggio che oggi ha portato a Teheran il primo ministro di un paese europeo a visitare il paese dopo l'elezione di Rohani.



Un messaggio che non è indirizzato solo all'Iran, ma anche, forse soprattutto, ai partner occidentali: il successo dell'intesa «dipenderà da loro ma anche da noi», ha detto Bonino esortando a «non fare errori tattici o di nervosismo eccessivo.
«È un momento fragile, - sottolinea il capo della diplomazia italiana - bisogna tenere i nervi a posto, chi ha la consapevolezza ha il dovere di essere più disciplinato degli altri».



Nei suoi incontri di domani, che prevedono anche colloqui con il presidente del Parlamento ali Larijani e l'ex presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, la titolare della Farnesina affronterà anche la questione dell'Afghanistan. L'Iran ha delle riserve sull'accordo bilaterale di sicurezza con gli Usa,
«passo indispensabile per il post 2014», sottolinea Bonino che cercherà di capire le motivazioni di queste resistenze. In linea con una politica del dialogo aperto e onesto con l'Iran, per «superare i malintesi» e, pur nella complessità delle differenze, cercare un terreno comune. Una nuova alba. Segnali positivi sono già arrivati dalla nuova amministrazione sul terreno della pena di morte e dei diritti delle donne: di diritti umani oggi con l'Iran «ne parliamo con relativa scioltezza e senza tanti imbarazzi», ha detto Bonino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero