Ahmadi Rahami inneggiava al «fratello Osama Bin Laden» nel diario che gli è stato trovato addosso quando è stato arrestato. E l'uomo accusato di...
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I due ordigni esplosivi erano stati costruiti usando delle pentole a pressione, riempite di esplosivo, palline e frammenti di metallo, per rendere l'esplosione più letale. Sulla pentola rimasta inesplosa e su altri materiale, sono state recuperate 12 impronte digitali che corrispondono a quelle di Rahami. Tornando al taccuino di Rahami, vi sono anche dei riferimenti ad Anwar al-Awlaki - l'imam nato negli Stati Uniti e poi tornato nello Yemen dove è diventato un leader di al Qaeda prima di essere ucciso in un raid nel 2011 - e Nidal Hasan, il medico militare americano di origine palestinese che ha fatto una strage nella base di Fort Hood, in Texas. «Inshallah (Se Dio vuole), il boato delle bombe sarà sentito nelle strade, la pistola colpisce la vostra polizia, morte alla vostra oppressione» si legga ancora nel diaro. Nell'atto di accusa, Rahami, che viene descritto come uno jihadista pronto al martirio, viene incriminato anche per utilizzo di armi di distruzione di massa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero