Ha ucciso la moglie a coltellate al culmine di una lite, poi si è autoaccusato davanti agli inquirenti. Ora, Athos Vitali, 70 anni, è stato condannato per omicidio....
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«La pena finale è molto inferiore rispetto a quella chiesta dal pm - ha spiegato l'avvocato Mariuz -, però in considerazione anche del fatto che è una persona anziana credo che non ci sia poi tanta differenza tra i 30 e i 20 anni». Le figlie e il cognato di Athos Vitali non si sono costituiti parte civile, lo ha fatto solo l'Udi. «Avevamo chiesto una somma di 20mila euro, ma il giudice ce ne ha riconosciuti solo 10mila - ha proseguito il legale - per noi va bene comunque, perché chiediamo sempre cifre simboliche. L'importante è stare in questi processi per femminicidio e dire che noi su questo territorio lavoriamo tanto con le istituzioni e facciamo rete». L'avvocato Francesca Gabriele, che assiste il 70enne, ha spiegato che «è stata riconosciuta parte della tesi difensiva per quanto riguarda l'insussistenza dei futili motivi, infatti questa aggravante, che era la più ostica ed era emersa durante la ritrattazione di Vitali, non è stata riconosciuta. Tra l'altro gli esiti dei Ris - ha concluso - danno conferma e valore alla sua ritrattazione. La premeditazione, invece, non è mai stata contestata». Per le motivazioni della sentenza bisognerà attendere 90 giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero