Il gruppo dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) aveva un piano eversivo, di attacco allo Stato e al Sistema, che includeva rapine per autofinanziarsi e omicidi, come quello del...
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Con l'audizione del dirigente della Digos Antonio Marotta e del maggiore dei carabinieri del Ros Goffredo Rossi (che dovrebbe proseguire nella prossima udienza), comincia ad entrare nel vivo il processo all'ex Nar Cavallini, accusato a 38 anni di distanza di concorso nella Strage del 2 agosto 1980. L'investigatore della Digos ha ricostruito i fatti precedenti e successivi alla bomba della stazione, fino all'aprile dell'81, focalizzandosi sulla nascita della banda armata di cui facevano parte oltre a Cavallini, anche Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini.
Rossi, invece, è partito dall'arresto dell'ex Nar, ora imputato a Bologna, che venne fermato il 12 settembre 1983 in un bar di Milano, assieme a un altro terrorista di destra super ricercato, Stefano Soderini e a Andrea Calvi. Il gruppo criminale, ha detto Marotta rispondendo alle domande dei pm Antonello Gustapane, Enrico Cieri e Antonella Scandellari, era in grado di fabbricarsi documenti falsi, reperire armi, aveva contatti con la criminalità comune ed era in grado di autofinanziarsi con le rapine.
In aula sono stati ricostruiti tutti gli spostamenti di Fioravanti, Mambro e Ciavardini, tra Palermo, Roma e il Veneto dall'aprile del 1980 fino alla notte tra il 31 luglio e l'1 agosto quando i tre arrivarono a Treviso, nella casa dove viveva Cavallini con la sua compagna, Flavia Sbrojavacca. Quest'ultima testimonierà nella prossima udienza, insieme ad Elena Venditti, ex fidanzata di Ciavardini e Cecilia Loreti, amica del gruppo di inseparabili criminali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero