Boldrini: «Le bufale sul web sono pericolose, stop alla disinformazione e alle menzogne»

Boldrini: «Le bufale sul web sono pericolose, stop alla disinformazione e alle menzogne»
«Il tema della disinformazione è centrale e va affrontato con il senso di responsabilità». A un convegno alla Camera Laura Boldrini attacca la...

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«Il tema della disinformazione è centrale e va affrontato con il senso di responsabilità». A un convegno alla Camera Laura Boldrini attacca la pubblicazione, online ma anche sui media tradizionali, di notizie false e non verificate, sostenendo che «le bufale oggi fanno molto male, alle aziende, ai privati, influenzano l'opinione pubblica sulla sicurezza, sulla sanità; condizionano la politica e, magari, anche gli esiti delle campagne elettorali».


Per questo, ammonisce la presidente della Camera, «il debanking è indispensabile. È resistenza civile verso la menzogna». «Osservato speciale» sono i social network, che secondo la presidente della Camera hanno «enormi responsabilità. Nonostante la loro insistenza a presentarsi come semplici piattaforme digitali - riflette - dobbiamo sapere che essi sono molto di più perchè influenzano le persone, fanno opinione. Su questo dobbiamo interloquire con loro partendo dal presupposto che hanno delle responsabilità sociali che non possono continuare a scaricare sugli utenti in base al principio della libertà di espressione. Questo non è più accettabile».

In questo senso è atteso l'incontro tra la presidente della Camera con i vertici di Facebook dopo che Boldrini ha pubblicato sul proprio profilo Fb dei nomi di quanti avevano espresso sui social commenti irripetibili rispetto alla sua persona. «Sono convinta di aver fatto la cosa giusta e la rifarò, per senso di responsabilità, così come credo che un'assunzione di responsabilità sia necessaria anche dei violenti: devono sapere che se scrivono quelle cose potrebbero doverne rispondere pubblicamente davanti a parenti, amici, datori di lavoro. Secondo la policy di Facebook con quel post io ho infranto le regole. Ma dove si è mai visto che debba essere la vittima ad accollarsi l'onere di proteggersi dai violenti, o addirittura proteggerli col silenzio? È il mondo alla rovescia».
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Il Messaggero