Due settori di verifica diversi, da controllare in parallelo, per capire se i «ragazzini» di Ripoll, autori della strage di Barcellona, avessero contatti in Italia....
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LE VERIFICHE A ROMA
Perquisizioni e controlli nella Capitale, puntano a capire se possa esserci una rete che passa anche dall’Italia dietro l’attentato che il gruppo di Barcellona ha messo a segno giovedì scorso, dopo averlo tenuto in cantiere per circa un anno, aggiustando più volte mezzi e potenziali.
L’IMAM
Il punto di contatto su cui si concentrano le verifiche è l’imam Abdelbaki El Satty, presunta mente della strage. El Satty ha viaggiato più volte nel corso degli ultimi anni e avrebbe trascorso alcuni mesi in Belgio, luogo di transito e di incontro di molti combattenti con base in Europa. È dunque qui, in Belgio, che potrebbe aver conosciuto gruppi o individui che si sono poi spostati in Italia e che potrebbero aver mantenuto rapporti tramite internet.
Il caso del viaggio di Driss Oukabir sembrava apparentemente chiuso con le dichiarazioni della donna che l’ha ospitato a Viterbo. Sebbene quell’incontro risalga a tre anni fa, un periodo in cui nessuno del gruppo di Ripoll sembrava essersi neppure avvicinato ad ambienti salafiti, la procura di Roma ha deciso comunque di fare ulteriori accertamenti e controllare da capo tutta la trasferta.
DRISS A VITERBO
La donna che ha ospitato Driss, ascoltata dalla Digos la sera stessa dell’attentato, nelle interviste rilasciate a giornali e radio sembra aver cambiato o aggiustato la versione più volte. Al Gr1 dice di aver conosciuto Driss «su una panchina del porto turistico di Barcellona», mentre nelle dichiarazioni riportate da Repubblica la donna spiega che da tempo conosceva la madre di Driss, Fatima, che le avrebbe consigliato di contattare il figlio una volta a Barcellona. Anche su quello che l’uomo - l’unico quasi trentenne nel gruppo spagnolo se si esclude l’imam - avrebbe fatto una volta in Italia, le versioni sono divergenti. Non è chiaro se abbia vissuto a casa della donna o altrove, se avesse amici oppure no. Qualche amico italiano, in ogni caso, lo aveva, raccontano le sue tracce sul web. E tanto basta per fare ulteriori controlli.
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Il Messaggero