Un telecomando che non si trova, un bimbo di cinque anni che prova ad accampare qualche scusa e una nonna, in preda ai fumi dell'alcol, che impugna un coltello e lo colpisce...
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L'incidente è avvenuto a febbraio e il bimbo si è salvato, ma adesso il tribunale russo della regione siberiana di Krasnoyasrk ha condannato la donna, una 51enne, a sei anni di carcere.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la nonna era con il suo nipotino di cinque anni a casa quando ha iniziato a innervosirsi perché non trovava il telecomando. Dopo aver chiesto spiegazioni al bimbo e averlo invitato a cercarlo, la donna si è arrabbiata incolpando il piccolo. Ubriaca e fuori controllo, è andata in cucina, ha impugnato un coltello e ha iniziato a colpire il nipote. Secondo un comunicato dell'ufficio del procuratore regionale di Krasnoyarsk, «il piccolo è stato accoltellato tre volte allo stomaco e al torace». Dopo essere stata arrestata, la donna è stata sottoposta a tutti i test psicologici: aveva bevuto ma è risultata sana di mente. Il bimbo, portato d'urgenza in ospedale, si è salvato ma le coltellate gli hanno provocato danni permanenti al fegato.
La violenza domestica, in particolare sotto l'influenza dell'alcol, è un problema diffuso in Russia, ma molti casi non vengono denunciati. Il quaranta per cento dei crimini violenti nel Paese avviene in famiglia, sottolinea un membro del consiglio per i diritti umani del Cremlino che la settimana scorsa ha sollevato la questione in una riunione con il presidente Vladimir Putin: nei primi sei mesi del 2015, secondo le statistiche presentate al presidente russo, nel Paese circa duemila persone sono state uccise in violenze domestiche.
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Il Messaggero