La Rai dell'era Fanfani, che si incaricava dell'educazionè degli italiani con programmi come "Non è mai troppo tardi" del maestro Manzi e...
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All'epoca di Ettore Bernabei come oggi, la sfida per Viale Mazzini resta la stessa: conservare ruolo e identità del servizio pubblico e misurarsi con le pressioni della politica. La Rai come »rappresentazione dell'identità collettiva, luogo inclusivo in grado di raccogliere tutti: questo "l'elemento fondativo" della lezione di Bernabei secondo l'attuale dg Antonio Campo Dall'Orto. «Oggi come ieri, anche se in forme diverse - dice - è fondamentale per noi essere servizio pubblico, una tv in grado di 'servirè al Paese in questo momento». In questo anno da capo azienda, nel dialogo con Bernabei, Campo Dall'Orto ha trovato, «come elemento fondamentale di vicinanza, proprio la concezione della Rai come luogo dell'identità collettiva, anche nella società digitale».
E poi »l'impegno per portare la nostra cultura nel mondo«.
La «solidità della visione» di Bernabei è il messaggio forte colto anche dalla presidente Monica Maggioni: «A farmi impressione soprattutto era quanto lui fosse dentro le cose, non nel senso di essere legati al quotidiano minimo - spiega - quanto in termini di consapevolezza, comprensione della complessità, dei meccanismi dell'attuale sistema dei media. Un aspetto che da una parte non deve sorprendere, vista la qualità straordinaria della persona, capace anche a 70 anni di rimettersi in gioco, dall'altra è illuminante».
Nei confronti con l'ex dg, «che non avevano mai tratti di banalità», emergevano con prepotenza anche «la grandissima visione internazionale», la consapevolezza che oggi «un paese non lo si aggredisce solo con le speculazioni di Borsa, ma anche sul piano culturale, con i programmi, con il tentativo di renderlo irrilevante nella costruzione di una cultura collettiva». E poi «l'idea che il servizio pubblico sia un luogo che contribuisce a formare il nostro essere cittadini, a creare una comunità che dialoga anche nelle differenze sui grandi temi».
Oggi come allora, la Rai è al centro della polemica politica, «ma nel dialogo con lui la volontà di trasferire una visione era così forte che il dibattito quotidiano si stemperava di fronte alla missione che avevi di fronte. Certo, considero il dibattito fisiologico, legato al fatto che la Rai è considerata di tutti, come è giusto che sia. Ma il punto - sottolinea Maggioni - è dove la porti, che progetto hai, se è in grado di dare più opportunità a ogni italiano e a tutti insieme». Una sfida, ancora oggi, rispetto alla quale la lezione di Bernabei resta «determinante». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero