Berlusconi-Renzi e quel continuo scambio di copioni

Berlusconi-Renzi e quel continuo scambio di copioni
Prima l'ufficio di presidenza di Forza Italia e poi, giovedì la riunione dei gruppi. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi si...

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Prima l'ufficio di presidenza di Forza Italia e poi, giovedì la riunione dei gruppi.


Silvio Berlusconi e Matteo Renzi si scambiano o si copiano i copioni. Il Cavaliere è pronto ad adottare quello del premier che alla vigilia di ogni svolta, economica o istituzionale, la fa passare prima in direzione e poi nei gruppi. Il Cavaliere si accinge a fare lo stesso domani quando riunirà a palazzo Grazioli i componenti di un ufficio di presidenza molto più controllato è controllabile dei gruppi parlamentari dove uno vale uno e quelli che strillano valgono di più.



Allo stesso modo Renzi ripeterà stasera lo stanco rito del vertice di maggioranza che tanto ricorda le noiose nottate in via del Plebiscito che organizzava il Cavaliere il martedì dopo aver consumato il giorno prima, ad Arcore, la cena con Umberto Bossi. Tutto deciso se non fosse che alla collegialità tutti sono affezionati ed è quindi logico che Renzi abbia accettato l'invito di Alfano a riunirsi dopo il consiglio dei ministri del tardo pomeriggio.



Alla riunione serale il premier porterà la sua forte determinazione affinché si chiuda entro l'anno sulla legge elettorale lasciando al ministro Boschi il compito di illustrare modelli e opportunità. Alla riunione il Ncd arriva spaccatissimo. Diviso tra coloro che guardano a Forza Italia in vista di un rientro nel centrodestra (Maurizio Lupi e Nunzia De Girolamo) e coloro che invece vorrebbero rendere organica l'alleanza con la sinistra di Renzi (Sacconi, Quagliariello). Due aree unite dalla certezza che sia Renzi che Berlusconi hanno poca voglia e zero interesse ad abbassare soglie e percentuali in maniera tale da rendere possibile la nascita di un quarto polo.



Il vertice di questa sera si annuncia quindi come una mano della partita a poker che Renzi è Berlusconi stanno giocando da qualche giorno scommettendo l'uno sull'incapacità dell'altro a tenere insieme partito e coalizione.



A Renzi, in quanto premier e segretario del partito più grande, il compito della prima mossa. Ovvero dimostrare di avere i numeri sul premio di lista e su relativo sbarramento. Poi la mano toccherà al Cavaliere che per andare a vedere il punto o il bluff dovrà restare seduto al tavolo rischiando anche di rimetterci qualcosa o qualcuno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero