Amri era in fuga verso Roma: «Cinque mesi fa era a Latina»

Amri era in fuga verso Roma: «Cinque mesi fa era a Latina»
Voleva tornare a Roma Anis Amri, dopo la strage di Berlino, aveva già digitato il luogo dove si sentiva più sicuro alla biglietteria automatica della stazione di...

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Voleva tornare a Roma Anis Amri, dopo la strage di Berlino, aveva già digitato il luogo dove si sentiva più sicuro alla biglietteria automatica della stazione di Torino. Poi ha cambiato idea. E non è un caso. È nel Lazio che, probabilmente, aveva i contatti più stretti. Così gli abitanti di Campoverde, quando hanno visto la sua foto diffusa dalle tv di tutto il mondo, hanno capito subito. Era proprio lui, il tunisino visto salire su un autobus alla fermata del quartiere di Aprilia dove era stato ospite di un connazionale. L’ultima volta quattro mesi fa, a luglio. Lo dicono alcuni residenti che sono balzati sulla sedia quando è stata diffusa l’immagine, lo confermano le forze dell’ordine. Intanto la Digos, coordinata alle procure di Roma e Milano, ha eseguito altre perquisizioni, perché la rete del terrorista, in Italia, era vasta, questa volta in Sicilia e nelle Marche, dove Amri poteva contare su altri punti d’appoggio.

La prima visita e la permanenza di Amri, per quattro mesi, in casa Yakoubi Montasar, il connazionale conosciuto a Lampedusa, risale a un anno e mezzo fa. Poi, però, il tunisino, ucciso a Sesto San Giovanni dai proiettili della polizia, era tornato, ma solo per qualche giorno, ospite della moglie, perché nel frattempo Yacoubi era finito in carcere per vecchie pendenze con la giustizia legate ad armi e droga. 

PERMANENZA BREVE
Una permanenza breve, l’avrebbero confermata anche Jessica - la moglie italiana di Montasar - e gli altri familiari sentiti dagli investigatori. Permanenza finita dopo una rissa a Campoverde, proprio a luglio. Amri non era stato coinvolto, a quanto pare, ma l’attenzione delle forze dell’ordine in quella zona, dove d’estate ci sono migliaia di nordafricani che arrivano per la raccolta delle angurie, era aumentata dopo quell’episodio. E lui non poteva rischiare, meglio far perdere le propriI COe tracce. Il numero di telefono dell’amico, però, era rimasto sul suo cellulare e i contatti con la famiglia c’erano stati appunto fino all’estate scorsa. Le perquisizioni di mercoledì a Campoverde, hanno portato al sequestro di alcuni cellulari, di materiale informatico e di parecchio materiale scritto in arabo, adesso all’esame della Digos. 

LE TELECAMERE

Sono le telecamere di sorveglianza a svelare i tentennamenti di Amri al momento del rientro in Italia dopo l’attentato. Poi una testimonianza. Elementi che riconducono il terrorista di Berlino sempre alla stessa meta: Roma. A Milano, il tunisino si è informato sulle possibilità di raggiungere Roma e Napoli. Alla biglietteria elettronica della stazione Porta Nuova di Torino, la sera del 22 dicembre, la prima tratta digitata è la Torino-Roma, poi il tunisino ha scelto la destinazione Milano Centrale. E, una volta a Milano è andato a piedi fino in piazza Argentina, dove ha incontrato un giovane salvadoregno appena uscito da un locale, al quale ha chiesto dove avrebbe potuto prendere un treno o un bus per “Napoli, il Sud o Roma”. Il suo percorso precedente è stato intanto ricostruito: nonostante avesse un biglietto che da Chambery lo avrebbe portato a Torino, ha preferito fermarsi a Bardonecchia, per prendere un treno regionale, si è anche cambiato il giubbotto, sperando che su un convoglio locale i controlli fossero meno intensi.

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Il Messaggero