Un cappuccino con Pinuccia Montanari in mattinata, un piatto di riso veloce con Massimo Colomban a pranzo. Beppe Grillo in versione sindaco-ombra, ma anche mental coach, si vede...
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LO SFOGO
È «la Pinuccia» a iniziare a sfogarsi con il Capo. I due si conobbero nel 1992 agli appuntamenti del giudice ambientalista Amedeo Postiglione. Sono amici da 25 anni. E così Montanari parla in libertà: si lamenta dei troppi dirigenti comunali, «vicini al Pd», che remano contro, che fanno i dispetti, che sabotano. L'assessore all'Ambiente, con il suo fare spiccio e la lingua veloce da chi è nato a Reggio Emilia, porta due esempi: il pasticcio con la zanzara tigre e soprattutto una piccola storia, quella dell'aiuola di piazza Venezia, bruciata dal sole questa estate. Un'immagine girata poi su tutti i siti internet come simbolo dell'incuria grillina. «Ma ti pare? Sono mancata due giorni a Ferragosto e al ritorno mi sono ritrovata questa sorpresa». «Beppe», con la quale Montanari condivide un'ignota passione per la teologia, annuisce. La rincuora, le dice di andare avanti, che punta molto, tanto, su di lei. In un appuntamento al Teatro Flaiano la definì «donna dall'intelligenza diabolica» e «genio». Lei arrossì.
Non è un caso dunque che fuori dal Forum, Grillo dia in escandescenze. E nella foga si lamenti appunto «delle trappole», tanto che «dovremmo fare un assessore alle trappole». Il leader del M5S attacca: «Ci sono dirigenti che lavorano per i partiti e non per il bene comune: andate a vedere che lavoro stiamo facendo in Ama (l'azenda dei rifiuti-ndr)».
L'ANNUNCIO
In giornata gira anche un'altra voce che Montanari, stanca di questo andazzo, abbia detto all'amico genovese che non ce la fa più, che vuole mollare, ritornarsene in Emilia. «Non esiste - scandiscono in maniera militare dall'assessorato all'Ambiente - Pinuccia non conosce la parola dimissioni». Al contrario, invece, di Massimo Colomban. Il responsabile delle società Partecipate è il secondo a entrare al Forum, per un pranzo «con un amico». I due erano seduti vicini anche a Ivrea all'evento dedicato a Gianroberto Casaleggio all'Olivetti. La confidenza insomma, non manca. Colomban gli annuncia che no, non ci ha ripensato: oggi presenterà il piano di riorganizzazione delle società, aspetterà che questo sia approvato in Aula, poi si dimetterà da assessore. Lo rincuora su Atac: non ci saranno tagli sul personale, che potrebbero dar fastidio in campagna elettorale. «Mi spiace - premette l'imprenditore Trevigiano - ma mi voglio occupare di altro, ho un altro lavoro». «E come facciamo a sostituirti?» gli chiede Grillo. Colomban nel pomeriggio conferma a Il Messaggero quanto anticipato già al Garante del M5S: «Il mio posto - dichiara - sarà preso da Alessandro Gennaro, un mio collaboratore, bravissimo e molto capace». Nell'irritualità dunque di un leader politico che riunisce i pezzi forti della giunta in assenza della sindaca, c'è anche un assessore che nomina il proprio successore senza passare da chi dà e ritira le deleghe, la sindaca appunto.
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Il Messaggero