Una maglietta grigia con una gigantesca B disegnata sopra, jeans e sneakers. Sembra proprio una delle tante ragazze dei college americani, Bebe Vio. Emozionata sì, ma...
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Cosa ha pensato quando ha ricevuto l’invito?
«Ad essere sinceri ho pensato fosse uno scherzo. Ho letto la mail e per un intero pomeriggio ho avuto il dubbio».
Come ha capito che era vero?
«Poi ho chiamato Agnese Landini (moglie di Renzi, ndr) e lei mi ha detto: “Bebe non sei su scherzi a parte, prepara il vestito più figo che hai”. Io credo che questo sia un invito figlio di Rio, un invito per l’Italia paralimpica che finalmente si sta facendo spazio».
Cosa chiederà ad Obama?
«La mia intenzione è quella di spiegargli quanto sia importante lo sport paralimpico e quanto questo mondo abbia bisogno di aiuto».
Ci vuole coraggio
«Penso sia un passo importante, soprattutto verso un mio progetto. Gareggerò fino al 2024, peccato che non possa farlo a Roma. Poi avrò 27 anni e voglio smettere. Voglio diventare presidente del Comitato Italiano Paralimpico e fare esperienza come dirigente. Nel 2028 voglio essere eletta al Coni e unificare lo sport olimpico e quello paralimpico. Malagò è molto felice di aiutarmi, mi ha anche detto che sarà a disposizione per la mia campagna elettorale».
Come inizierà il discorso ad Obama?
«Veramente avevo pensato di portargli un regalo per rompere il ghiaccio...».
E poi?
«Nella valigia non c’era posto e dovevo scegliere: o il regalo (la mia maschera di Rio) o le gambe con le scarpe col tacco. Sono donna...ho scelto le seconde».
Il programma sarà molto fitto
«Sì, questa sera saremo a cena dall'ambasciatore italiano negli Usa, domani mattina abbiamo la welcome cerimony alla Casa Bianca, poi un pranzo istituzionale e la sera saremo ricevuti dal presidente. Ci saranno 350 persone da tutto il mondi compresi molti reali».
Una notte da principessa, con un vestito da regina
«Sì, non sa che storia dietro la scelta. La responsabile delle collezioni woman di Dior, Maria Grazia Chiuri mi aveva invitato alle sfilate di Parigi e dopo mi ha detto: “Qualsiasi cosa tu abbia bisogno chiamami”. Bene si è presentata questa occasione e mi sono detta: “La chiamo”. Ma non trovavo più il numero. Allora mi sono fatta aiutare da Jovanotti. Il modello che avevo scelto era solo alla maison di Parigi. Maria Grazia è stata fantastica e due giorni dopo me lo ha fatto avere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero