Il Tribunale di Bari ha escluso «in maniera decisa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione finalizzata al terrorismo...
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«Nel cellulare di Nasiri Hakim e dalla visione della pagina facebook - scrive il gip - sono assenti la riproduzione e la conservazione di scene di martirio, dovendosi quindi escludere che i video ed i fotogrammi estrapolati avessero finalità di addestramento e di allenamento personale al Jihad». Per il giudice quindi «dall'esame degli elementi probatori deve escludersi la sussistenza di un gruppo impegnato in attività di ricerca, selezione, riproduzione di documenti idonei a diffondere l'idea terroristica, indicando comportamenti e modelli operativi a cui ispirarsi».
Il gip poi non ritiene provata «l'eventuale raccolta di denaro per il finanziamento di attività terroristiche da impiegare direttamente da parte degli asseriti componenti del gruppo di cui il fermato avrebbe fatto parte al fine di mettere il denaro a disposizione di altre cellule combattenti». «In altri termini, - continua - non è stata fornita in alcun modo la prova della sussistenza di attività dimostrative dell'operatività della cellula e della funzionalità di essa al perseguimento della finalità di terrorismo internazionale, quali ad esempio l'attività di indottrinamento, reclutamento e addestramento al martirio di nuovi adepti (non può obliterarsi la reperibilità in qualsiasi sito internet delle informazioni e dei programmi contenuti nel materiale sequestrato), da inviare all'occorrenza nelle zone teatro di guerra, ovvero la raccolta di denaro destinato a sostegno economico dei combattenti del Jihad all'estero». «L'attività di indagine - conclude il gup - ha evidenziato al più l'appartenenza del Nasiri al mondo dell'integralismo islamico, cioè l'appartenenza a quel filone culturale nel quale lo stesso si riconosce, mentre non è provata la sua aspirazione e disponibilità, in procinto di attuazione, a dare concreto contributo al terrorismo di matrice islamica».
Anche Zulfiqar Amjad, il 24enne pakistano fermato due giorni fa a Milano per favoreggiamento della immigrazione clandestina nell'ambito dell'inchiesta di Bari su una presunta cellula di terroristi è ritornato in libertà.
Resta invece in carcere il 29enne afhano Gulistan Ahmadzai accusato di favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina.
«È una vicenda ingigantita, un abbaglio preso per la semplice foto di una persona con un mitra giocattolo in mano».
Il Messaggero