Un risarcimento pari a complessivi 90 mila euro è stato corrisposto alla Fondazione Petruzzelli da alcuni imprenditori baresi coinvolti nel procedimento penale su presunte...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Questo è un passo importante per riabilitare l'immagine e il lavoro della Fondazione e del Teatro Petruzzelli, oltre che un risarcimento dovuto alla città - ha commentato il sindaco, Antonio Decaro-. Perché siamo convinti che la legalità non si debba difendere solo per strada, chiamando alla battaglia quotidiana i cittadini contro la criminalità organizzata.
La legalità è un valore che tutti dobbiamo perseguire, a cominciare dalle istituzioni e dai luoghi in cui le istituzioni hanno il dovere di esercitare il proprio controllo. Per questo è giusto combattere la corruzione in qualsiasi luogo o forma essa si presenti. Proprio perché chi ha pensato di arricchirsi alle spalle del Teatro Petruzzelli ha sottratto un pezzo di arte e cultura alla città, - ha detto ancora il sindaco - abbiamo deciso di utilizzare questi fondi per restituire arte e cultura a tutti i cittadini attraverso l'allestimento di spettacoli in tutte le periferie di Bari».
La ratifica delle transazioni degli imprenditori Franco Mele, Nicola Losito, Giacomo Delle Noci e il suo socio Lorenzo Roca (alcuni di loro hanno depositato contestuale proposta di patteggiamento) arriva alla vigilia dell'udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Bari Rosa Anna De Palo. Oltre a questi quattro imprenditori, il pm Fabio Buquicchio che ha coordinato le indagini della Digos, ha chiesto il rinvio a giudizio per altri due imprenditori, per l'ex direttore amministrativo del teatro Petruzzelli di Bari, Vito Longo e per sua moglie Antonella Rinella, ex capo di gabinetto del Comune di Bari.
Agli imputati la Procura contesta, a vario titolo, i reati di di corruzione, turbativa d'asta, peculato e riciclaggio. Le indagini, che filmarono anche le dazioni di denaro, hanno accertato un giro d'affari di tangenti pagate dal 2010 a 2015 per oltre 410mila euro per ottenere l'affidamento dei servizi di pulizia, di trasporto e facchinaggio, di forniture di materiale illuminotecnico, di vigilanza e custodia. L'inchiesta nel gennaio 2016 portò all'arresto di Longo e di quattro imprenditori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero