La cellula jihadista dell'imam che ha colpito Barcellona è smantellata, tutti morti o in carcere, le 15 vittime sono state restituite alle famiglie. E in Spagna...
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Avevano comprato 500 litri di acetone per fabbricare grandi quantità di Tatp, l'esplosivo artigianale dell' Isis, che sarebbe stato usato con 126 bombole di gas e una grande quantità di chiavi, come 'mitraglià. L'imam aveva previsto di farsi saltare con una cintura esplosiva. In una casa abbandonata in provincia di Tarragona, a Riudecanyes, usata come punto di appoggio dei terroristi, gli inquirenti hanno trovato gli scontrini dell'acquisto l'1 e il 2 agosto dei 500 litri di acetone, oltre a documenti parzialmente bruciati di due componenti della cellula ora morti: Mohamed Hichamy e Younes Abouyaaqoub. Il Tatp era quasi pronto. Si attendeva solo finisse di asciugare per attaccare il monumento simbolo di Barcellona.
Ma mercoledì notte il covo di Alcanar è esploso, probabilmente a causa di una manipolazione sbagliata dell'esplosivo. Sono morti l'imam e un altro terrorista, Chemlal è rimasto ferito. Rimasta senza capo, senza esplosivi, senza 'Piano À, la cellula ha agito alla disperata. Younes Abouyaaqoub ha noleggiato un furgone e si è lanciato sulla Rambla, indifesa. Altri 5 hanno comprato 4 coltelli e un'ascia in un bazar cinese e hanno attaccato il lungomare di Cambrils. Si sono fatti abbattere. «Per fortuna l'imperizia ha fatto saltare il loro piano iniziale», scrive El Mundo, che enumera errori e falle. La folla sulla Rambla non era protetta da barriere anti-kamikaze, come invece era stato raccomandato dal ministero degli Interni di Madrid. Il sindaco Ada Colau ha spiegato che non c'erano perché Barcellona è una «città aperta».
Oggi ha fatto marcia indietro: si metteranno barriere fisse e mobili nelle aree pedonali più affollate e verrà rafforzata la presenza di polizia. Nessuno poi si è accorto che a Ripoll un imam - condannato per traffico di droga e collegato nel 2006 con una rete jihadista - stava indottrinando 11 ragazzi in nome di Allah e dell' Isis. Uscendo dal carcere nel 2015 non era stato espulso perché un giudice lo aveva ritenuto «non pericoloso» per l'ordine pubblico. Non era sorvegliato, nonostante la polizia belga lo avesse segnalato come sospetto. Ma «nessuno ha controllato nulla», scrive El Mundo. I sindacati della polizia nazionale intanto denunciano che Guardia Civil e Policia Nacional sono state tagliate fuori dalle indagini dalle autorità indipendentiste catalane. «Si voleva trasmettere all'estero l'immagine di uno Stato catalano autosufficiente», accusano.
Così la più esperta polizia nazionale non ha potuto indagare sull'esplosione del covo, che il primo giorno quella catalana aveva ritenuto un incidente dovuto al gas, non rilevando le tracce di Tatp. «Se si fosse indagato bene, accusano, si sarebbe capito che un attentato era in preparazione: lo sapevano anche i terroristi, per questo si precipitarono ad attaccare».
Il Messaggero