Bangladesh, professore universitario ucciso a coltellate: l'Isis rivendica il delitto

Bangladesh, professore universitario ucciso a coltellate: l'Isis rivendica il delitto
Gli estremisti islamici hanno colpito ancora in Bangladesh, dove un professore universitario è stato ucciso a colpi di machete da sospetti militanti dell'Isis....

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Gli estremisti islamici hanno colpito ancora in Bangladesh, dove un professore universitario è stato ucciso a colpi di machete da sospetti militanti dell'Isis. «Faceva proselitismo ateo», è stata la rivendicazione dello Stato islamico attraverso il network jihadista Amaaq. Rezaul Karim Siddiquee, 58 anni, era docente di lingua inglese dal 1983 all'università pubblica di Rajshahi, un grosso centro urbano nel nord del Paese. È stato attaccato in strada a circa 150 metri dalla sua abitazione, mentre stava aspettando il bus dell'ateneo.

 


 Lo hanno colpito alla schiena e poi si sono dileguati. È stato trovato morto con la faccia riversa in una pozza di sangue. Alcuni testimoni hanno riferito di aver visto due uomini scappare a bordo di una motocicletta. Secondo la polizia, la dinamica è simile a quella dell'uccisione di quattro blogger laici avvenuta lo scorso anno e attribuita a fondamentalisti islamici. Tuttavia nella vita del docente non c'era nulla che potesse far pensare a delle attività in contrasto con i precetti dell'Islam. Un collega lo ha definito una «persona pacifica, che non aveva nemici». Oltre alla cattedra universitaria, gestiva due associazioni culturali e nel tempo libero amava suonare il sitar e altri strumenti a corda tradizionali. La notizia dell'uccisione ha scatenato le proteste degli studenti che hanno organizzato delle manifestazioni nel campus e bloccato la strada che lo collega alla capitale Dacca.

Negli ultimi sette mesi nel nord del Bangladesh si sono verificati diversi incidenti legati ai gruppi jihadisti che hanno causato due morti, tra cui un giapponese ucciso a Rangpur a ottobre. Ci sono stati anche degli attacchi con bombe a due tempi hindi a Dinajpur e il ferimento del missionario italiano Piero Parolari, anche questo rivendicato dall'Isis. Con una dinamica molto simile, agli inizi di aprile era stato ucciso a Dacca uno studente che aveva lanciato su Facebook una campagna contro la radicalizzazione dell'Islam. L'azione, in quel caso, era stata rivendicato da Al Qaida. Lo scorso anno, invece, quattro blogger sono stati uccisi in Bangladesh. I loro nomi erano un una lista di «atei» che circolava negli ambienti del fondamentalismo islamico.


È invece del 28 settembre l'assassinio del cooperante Cesare Tavella, crivellato da colpi di pistola mentre faceva jogging in una strada di Dacca. Il governo bengalese ha più volte escluso la presenza di cellule del Califfato nel Paese e ha invece puntato il dito contro i gruppi islamici locali, collegati al partito dell'Opposizione. Ma nell'ultimo numero della pubblicazione propagandistica 'Dabiq' dell'Isis, molto spazio è dedicato alle operazioni in Bangladesh, un Paese considerato «strategico» per espandere la guerra santa nell'Asia meridionale.
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Il Messaggero