Militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Arezzo e Firenze stanno eseguendo perquisizioni locali finalizzate alla ricerca e al sequestro della...
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L'attività investigativa è relativa all'ipotesi di concorso nel reato di truffa aggravata ed è indirizzata alla ricerca della documentazione e della corrispondenza dei vari responsabili di area, che, afferma la procura di Arezzo in una nota, hanno imposto - tramite circolari interne e altre condotte al vaglio degli inquirenti - la sottoscrizione di subordinate a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all'investimento, proposto di norma ai clienti 'professionali' che possiedono le competenze necessarie per prendere consapevolmente le proprie decisioni e per valutare correttamente i rischi che assumono».
La presenza della 'cabina di regia' a livello manageriale è emersa «con ragionevole certezza» anche grazie alle dichiarazioni contenute nelle oltre 400 denunce raccolte. È da essa che sarebbe partita la direttiva di collocamento delle subordinate in modo granulare, individuando anche soggetti con un profilo di investitore a «rischio basso» e non più solo a «rischio medio-elevato» in linea con la tipologia di investimento finanziario.
Le perquisizioni sarebbero state in particolare a carico di due manager dell'istituto di credito, che risulterebbero indagati con l'accusa di concorso in truffa. Gli indagati avrebbero ordinato la vendita di obbligazioni subordinate a una clientela priva di un profilo finanziario adeguato. Le perquisizioni di oggi sono uno sviluppo del filone di indagine che aveva già portato all'iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Arezzo di una decina di direttori e funzionari di filiali. Già negli avvisi di garanzia recapitati nelle scorse settimane ai direttori delle filiali si faceva cenno al livello «superiore» che disponeva il collocamento delle obbligazioni subordinate della vecchia Banca Etruria a una clientela indistinta.
Ora la Procura di Arezzo, diretta dal procuratore capo Roberto Rossi, ritiene di aver individuato la «cabina di regia» di alti funzionari che aveva ordinato di piazzare le obbligazioni secondarie. Le nuove perquisizioni sono state condotte per ricercare la documentazione e la corrispondenza dei vari responsabili di area della vecchia Banca Etruria, che hanno imposto - tramite circolari interne e altre condotte al vaglio degli inquirenti - la sottoscrizione di subordinate a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all'investimento, proposto di norma ai clienti 'professionalì, che possiedono le competenze necessarie per prendere consapevolmente le proprie decisioni e per valutare correttamente i rischi che assumono. Grazie anche alle dichiarazioni contenute nelle oltre 400 denunce raccolte, sostiene il pool di magistrati aretini, è «emersa con ragionevole certezza una 'cabina di regià a livello manageriale, che ha prescritto il collocamento delle subordinate in modo 'granularè, andando ad individuare anche soggetti con un profilo di investitore a 'rischio bassò e non più solo a 'rischio medio-elevatò in linea con la tipologia di investimento finanziario». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero