Roma, Bambino Gesù: un'app per aiutare i sordi a comunicare con l'ospedale

Roma, Bambino Gesù: un'app per aiutare i sordi a comunicare con l'ospedale
Un altro passo avanti della tecnologia per aiutare le persone sorde a comunicare. Si chiama E-Lisir (Evoluzione Lingua Italiana Segni con Interprete in Rete) ed è stata...

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Un altro passo avanti della tecnologia per aiutare le persone sorde a comunicare. Si chiama E-Lisir (Evoluzione Lingua Italiana Segni con Interprete in Rete) ed è stata presentata questa mattina, presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Tramite un'app sull'apposito tablet si effettua una videochiamata (con tecnologia cavo-wired o wireless internet) ad un video-centro, nel quale operano interpreti Lis che facilitano la comunicazione tra sordo e operatore di sportello. In questo modo, le richieste della persona sorda vengono tradotte in tempo reale dalla Lingua dei Segni Italiana a quella verbale e viceversa, e le indicazioni dell'operatore 'convertitè in Lis. Servizio di traduzione e tablet sono stati donati da Video Assistenza Mobile e Rotary Club alla Fondazione Bambino Gesù Onlus. E-Lisir verrà anche utilizzato per tradurre nella Lingua dei Segni Italiana lo spot video della campagna di comunicazione sociale 'Vite Coraggiosè a sostegno della lotta alle malattie rare, promossa dalla Fondazione Bambino Gesù Onlus. Il video sarà quindi diffuso attraverso i social della Fondazione stessa.


Dal 2015 il servizio E-lisir è operativo a Roma presso l'Università e il Policlinico di Roma Tor Vergata, in alcuni punti di informazione turistica e presso l'info-dell'Opera Romana Pellegrinaggi. È stato inoltre erogato come progetto pilota nel I Municipio della capitale. In Italia, secondo gli esperti, 1 su 1.000 nuovi nati presenta alla nascita una ipoacusia sufficientemente grave da pregiudicare un normale sviluppo del linguaggio, mentre 1 su 4.000 è affetto da sordità profonda, che non trae beneficio dalle protesi acustiche convenzionali. «L'accesso delle persone disabili, in questo caso dei non udenti, alle strutture ospedaliere - spiega Lucia Celesti, responsabile Accoglienza e Servizi per la Famiglia del Bambino Gesù - presenta criticità che è nostro preciso dovere affrontare e risolvere. Come una semplice scala rappresenta un ostacolo per chi non ha l'uso delle gambe, un monitor a chiamata vocale senza traduzione simultanea, una conferenza senza traduttore in lingua dei segni, possono rappresentare difficoltà insormontabili. Rispetto per ogni diversità è la parola chiave: decliniamola in tutte le lingue del mondo».
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Il Messaggero