Ballarò, Giannini in diretta: «Rai può licenziarmi, Pd no». Ma è di nuovo polemica

Ballarò, Giannini in diretta: «Rai può licenziarmi, Pd no». Ma è di nuovo polemica
Nuova diretta di Ballarò, nuove polemiche. Dopo la bufera sollevata una settimana fa dal deputato dem Michele Anzaldi, il conduttore della trasmissione di Rai3 Massimo...

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Nuova diretta di Ballarò, nuove polemiche. Dopo la bufera sollevata una settimana fa dal deputato dem Michele Anzaldi, il conduttore della trasmissione di Rai3 Massimo Giannini ieri è tornato sull'argomento mettendo alcuni puntini sulle "i" e replicando alle accuse ricevute da una parte del partito democratico per aver parlato di «rapporto incestuoso» tra il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e la banca Etruria di cui il padre era vicepresidente.


«È penoso - ha detto Giannini - che per contestare un programma che si considera fuori linea si usi un argomento così strumentale e si trasformi in un'offesa personale al ministro Boschi una frase che per il significato ed il contesto nel quale l'ho pronunciata non poteva prestarsi ad alcun equivoco. Ho parlato di rapporti incestuosi per definire quel groviglio di relazioni molto più larghe della cerchia della famiglia Boschi, usando un termine del tutto privo del significato letterale che Alzaldi e gli altri esegeti del Pd hanno voluto leggervi. Lo hanno capito tutti, ma nel Pd c'è qualcuno che fa finta di non capire e utilizza questo episodio come una clava contro Ballarò, vezzo peraltro non nuovo (la polemica su Rambo, e non vado oltre)».

«La cosa mi indigna e mi dispiace molto ma non capisco di cosa dovrei chiedere scusa, perché il fatto semplicemente non sussiste - ha proseguito il conduttore -. Quello che sussiste è l'ennesimo paradosso di un palazzo che, di fronte ai tanti problemi che assillano l'Italia, perde tempo a sollevare bufere di questo genere. Quello che sussiste, ancora, è l'ennesimo attacco a chi cerca di fare solo informazione, l'ennesima torsione del concetto di servizio pubblico, utile se serve a chi governa, molto più che a chi guarda la televisione
».

«Non sono paladino di niente - ha concluso - non voglio vestire i panni del martire, ma resto convinto del fatto che non spetta alla politica decidere i palinsesti e chi può lavorare nella più importante azienda culturale di questo paese, a meno che non si debba dare ragione a Saviano quando scrive: "ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile, adesso è grammatica del potere". La Rai mi può licenziare, il partito democratico, con tutto il rispetto, proprio no».


Un intervento che non ha mancato di provocare reazioni. «Sono un ammiratore di Giannini, ma l'uso personale della tv lo abbiamo già visto. E le imitazioni non funzionano mai», scrive su twitter il deputato del Pd, Andrea Romano. Sulla stessa linea la vice presidente del gruppo Pd alla camera, Alessia Morani.: «Sbagliato usare Tv pubblica per attacchi politici e personali. Intervento #Giannini non è giustificabile e non rispetta equilibrio informazione». 
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Il Messaggero