«Il governo durerà sino al 2018», ribadisce Angelino Alfano un attimo dopo aver difeso il senatore Azzollini. L'auspicio è lo stesso di Matteo Renzi - che si avvia a...
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La Giunta delle immunità ascolterà Azzollini giovedì prossimo. L'audizione del senatore è fissata per le ore 14. La Giunta deve esaminare la domanda di autorizzazione agli arresti domiciliari per la vicenda del crack della casa di cura della Divina Provvidenza di Bisceglie. A fine giugno, probabilmente intorno al 24 e a ridosso di un importantissimo consiglio europeo, il Senato sarà chiamato a votare sulla richiesta d'arresto del senatore pugliese del Ncd.
Sempre a palazzo Madama, prima di quella data, si voterà la riforma della scuola e subito dopo nell'agenda del premier viene la riforma costituzionale.
È probabile che per superare entrambe gli ostacoli il governo sia costretto ad invocare una sorta di voto di fiducia. Ovvero o passano tutte e due gli argomenti o il governo va a casa e con esso la legislatura. D'altra parte, escluso il M5S, nessuno vuole le elezioni anticipate. Tantomeno la sinistra del Pd che ormai lavora per logorare il premier sperando però al tempo stesso che non cada nell'attesa di costruire un soggetto alla sinistra del Pd.
Renzi sarà quindi presto costretto a ricordare le ragioni che diedero vita al suo governo chiamato dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a palazzo Chigi soprattutto per ammodernare le istituzioni. Rinviare ancora le riforme, specie quella costituzionale, rischia di rendere tra sei mesi o un anno, meno pesante la minaccia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero