Ballottaggio al cardiopalma alle presidenziali in Austria, dove il vincitore della sfida tra il candidato ultranazionalista Norbert Hofer e il verde Alexander Van der Bellen...
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Comunque vada, il bicchiere è mezzo pieno oppure mezzo vuoto, secondo i punti di vista: Van der Bellen può rimarcare di aver recuperato dal primo turno uno svantaggio di 14 punti su Hofer, unendo praticamente tutte le forze moderate e di centrosinistra del paese. Il suo rivale Hofer può invece rivendicare di aver ricevuto un voto su due, nonostante tutti i moniti lanciati a livello nazionale ed europeo. Queste elezioni presidenziali hanno tutte le caratteristiche per entrare nella storia: al primo turno i candidati dei due partiti di maggioranza, i socialdemocratici Spo e i popolari Ovp, sono usciti pesantemente sconfitti, e al ballottaggio sono arrivati i candidati di due partiti d'opposizione. L'alta affluenza alle urne del 70% dei 6,4 milioni aventi diritto, con un record assoluto di voti per corrispondenza, testimonia il clima teso. Chiunque vinca, le urne fotografano un paese spaccato in due. Hofer ha stravinto nelle zone rurali dell'Austria, mentre Van der Bellen si è imposto nettamente nei grossi centri urbani, vincendo in otto su nove capoluoghi regionali e soprattutto a Vienna. Per il governo Spo-Ovp, sotto la guida del neo-cancelliere Christian Kern, inizia ora una difficile rincorsa per recuperare consensi. Al più tardi nel 2018, ma forse già nella primavera dell'anno prossimo, sarà rinnovato il Nationalrat, il parlamento, e secondo i sondaggi si delinea una netta vittoria degli ultranazionalisti.
C'è chi teme già adesso un possibile duo Norbert Hofer capo di Stato e Heinz Christian Strache cancelliere, un'ipotesi mai immaginata nemmeno da Jorg Haider, il leader della Fpo morto nel 2008 in un incidente stradale.
Il Messaggero