Un albergo tenuto in ostaggio da un gruppo di hacker sulle alpi austriache. L'atmosfera è degna delle migliori fantasie di Ian Fleming, ma non si tratta del primo caso...
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Il management dell'hotel ha deciso di rendere pubblica la faccenda perché sono in parecchi gli albergatori raggiunti da minacce del genere. «La struttura era completamente prenotata e con 180 ospiti non avevamo altra scelta che cedere - ha spiegato il Managing Director Christoph Brandstaetter - In questi casi non si può contare né sull'aiuto della polizia, né su quello dell'assicurazione». Si tratta del terzo attacco informatico che, questa volta, è riuscito a prendere il controllo dell'intero sistema di accesso alle camere. Un duro colpo, scagliato proprio nel primo weekend della stagione invernale, che ha portato al blackout di tutti i computer dell'albergo, mettendo fuori uso anche il sistemi di prenotazione e cassa.
I pirati hanno promesso di ripristinare il sistema solo in cambio di un pagamento in Bitcoin di 1500 euro. «Tornare alla normalità dopo il primo attacco di quest'estate ci è costato diverse migliaia di euro» ha spiegato il management rimarcando che, non essendoci un colpevole, le assicurazioni non avrebbero rimborsato nulla. Via il dente, via il dolore? Non proprio. «Ogni euro pagato a questi ricattatori ci fa male. Sappiamo che altri colleghi sono stati attaccati nello stesso modo». L'albergo, che esiste da 111 anni, sta prendendo in considerazione l'idea di ripristinare le vecchie serrature, «Proprio come al tempo dei nostri bisnonni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero