BERLINO - Sbaraglia gli avversari al primo turno delle presidenziali in Austria il candidato dell'ultradestra Norbert Hofer, 45 anni, dell'ex partito nazional-populista di...
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Terza nella corsa, che fino alla fine sembrava potesse addirittura farcela per il ballottaggio, l'indipendente Irmgard Griss, 69 anni, ex presidente della Corte suprema di Giustizia (18,5%). Manca ancora lo spoglio di oltre 500.000 voti per lettera il cui esito si conoscerà stasera ma già da ora pare chiaro che il distacco da Van der Bellen è tanto e un recupero per lei è escluso. Quel che è certo è che i candidati dei due partiti tradizionali - Spö e Övp, alleati nel governo federale in una grande coalizione - Rudolf Hundstorfer (Spö) e Andreas Khol (Övp) sono fuori dai giochi e umiliati con un misero 11% circa ciascuno, decimale in più decimale in meno.
SENZA PRECEDENTI
La politica del governo è stata platealmente bocciata dagli elettori. Non è mai successo prima che uno dei candidati dei due grandi partiti popolari non venisse eletto alla massima carica dello Stato, e tanto meno, come in questo caso, che venisse sconfitto subito al primo turno. Il successo al primo round non garantisce comunque a Hofer la vittoria. Anzi. È possibile che ci sarà una mobilitazione degli schieramenti governativi sconfitti e si arrivi a un voto tattico dell'elettorato tradizionale per impedire l'elezione di Hofer. A vincere quindi potrebbe essere alla fine anche il Verde Van der Bellen, che in realtà corre come indipendente, un pacato professore di economia che è stato a lungo in passato leader degli ecologisti austriaci. Su di lui potrebbero convergere i voti degli elettori Spö delusi.
La Griss, che anche se correva come indipendente è ascrivibile ai conservatori, se avesse vinto sarebbe stata la prima donna presidente in Austria. La campagna elettorale è stata dominata dall'emergenza profughi, tema che preoccupa molto la gente. L'Austria è fra i paesi che hanno accolto il maggior numero di rifugiati rispetto alla popolazione (90.000 nel 2015 su 8,4 milioni di abitanti) e proprio per fronteggiare il malumore diffuso, con un occhio rivolto anche a queste elezioni, il governo del cancelliere Spö Werner Faymann, ha fatto di recente dietrofront, dissociandosi anche dalla linea di Berlino, decidendo una serie di misure per porre un freno agli arrivi: tetto massimo di 37.500 l'anno, supporto ai paesi vicini per chiudere la rotta balcanica, e preparativi al Brennero in vista di una chiusura del confine nel caso in Italia arrivassero flussi massicci di profughi dalla Libia.
I PRIMI COMMENTI
Evidentemente però tutto ciò non è bastato a placare le paure degli elettori che hanno preferito dare il voto a Hofer che gli stranieri non li vuole affatto. «Sono grato e pieno di umiltà», «Non mi aspettavo un risultato di queste dimensioni», i suoi primi commenti ieri sera.
Il Messaggero