Australia, uccisi quasi 700 koala: «Morivano di fame»

Koala a Cape Otway
La risposta ufficiale è che gli animali sono stati uccisi per “problemi di sovrappopolamento” e perché non si trovavano “in buone condizioni di salute”, pativano la...

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La risposta ufficiale è che gli animali sono stati uccisi per “problemi di sovrappopolamento” e perché non si trovavano “in buone condizioni di salute”, pativano la fame. Prima sedati e poi fatti morire: la storia dei quasi 700 koala uccisi nello stato di Victoria scuote l’Australia. I koala vivevano lungo la costa sud del continente, a Cape Otway. E’ stata applicata loro l’eutanasia, ha spiegato il ministro allo Sviluppo di Victoria, Lisa Neville, a partire dal 2013, perché gli animali “non riuscivano a procurarsi cibo sufficiente per sopravvivere”. Sono stati uccisi in totale 686 esemplari, da veterinari esperti proprio per evitare loro ulteriori sofferenze, insiste il governo. Troppi koala per il cibo a disposizione: “L’esperienza dimostra che spostare i koala non serve, può provocare anzi ulteriori sofferenze”, il chiarimento di Neville. L’impegno ora è di evitare per il futuro soluzioni così estreme: "Dobbiamo pensare a una strategia di gestione dei koala, per vedere dove possiamo ridurre la crescita della popolazione che va avanti molto velocemente”, ha continuato il ministro.


Ma le associazioni animaliste insorgono. Per l’ Australian Koala Foundation, “ciò che ha fatto il governo è sconcertante”.



Il numero di koala a Cape Otway è iniziato a crescere dagli anni Ottanta, quando, sempre a causa del sovrappopolamento, molti esemplari furono spostati qui da French Island. In assenza di predatori, la popolazione è cresciuta sempre di più, fino a diventare eccessiva per la sopravvivenza della specie.



A sostegno della scelta del governo c’è la testimonianza del conducente del caravan del Bimbi Park a Cape Otway, Frank Fotinas: prima dell’eccidio “tutta l’area odorava di morte”, e molti koala erano riversi senza vita proprio perché deceduti per fame. Gli interventi, insistono però gli animalisti, dovevano arrivare prima: “Perché hanno consentito che ciò accadesse? – attacca ancora l’Australian Koala Foundation - Il governo si deve soltanto vergognare”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero