Ha remato per 209 giorni dagli Stati Uniti all’Australia nel blu dell’Oceano Pacifico. Partito da Sa Francisco, in California, ha percorso 7400 miglia, oltre 14mila...
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“Pensavo di metterci meno – ha raccontato Beeden appena messo piede a terra -, sarei voluto arrivare per metà novembre. Ma è stata davvero dura. Ho dovuto lottare contro Madre natura molto spesso, soprattutto all’Equatore, alle prese con le correnti contrarie”. Ha remato per circa 15 ore al giorno senza mollare mai, spinto dalla sua volontà di vincere la sfida con se stesso. In realtà, non è la prima volta che l’uomo prova una impresa del genere. Nel 2011 aveva già attraversato a remi l’Atlantico in solitaria, dalle Canarie alle Barnados in 53 giorni, ma il Pacifico è stata tutta un’altra storia.
La sua imbarcazione era lunga sei metri e soprattutto era ultra-tecnologica, dotata di apparecchiatura elettronica alimentata con pannelli solari e di telefono satellitare per comunicare con la famiglia, sulla quale l’uomo era partito dalla California lo scorso primo giugno. Ad accoglierlo sulla terraferma australiana la moglie e le due figlie. “Abbiamo sempre saputo che ce l’avrebbe fatta – hanno dichiarato – solo che ci ha messo più tempo di quanto ci aspettassimo. Ma adesso è finita e siamo felici”.
Prima di lui un altro britannico, Peter Bird, nel 1982, tentò la stessa impresa, ma dopo 294 giorni, poco più di sette mesi, fu recuperato tra i flutti dell’Oceano Pacifico, alla deriva al largo della costa occidentale australiana, poco distante dalla Grande Barriera Corallina. Nel 2008 anche un italiano, Alex Bellini, si cimentò nello stesso percorso, ma fu fermato dal maltempo a 60 miglia dalla costa dopo aver remato per oltre 18mila chilometri.
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Il Messaggero