Dutee Chand, giovane campionessa indiana dei 100 metri, è stata bandita dalle gare femminili perché il suo organismo secerne livelli di testosterone così alti da farla...
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«Soffre di iperandrogenismo, che generalmente colpisce il 5-10% delle ragazze in età fertile, causato soprattutto dalla sindrome dell'ovaio policistico. Ma esistono anche forme più estreme, che si registrano nello 0,3% delle donne, riconducibili a disfunzioni delle ghiandole surrenali e che fanno produrre fino a 10-12 volte ormoni maschili rispetto alla norma. E sono disturbi più comuni nei Paesi dove avvengono matrimoni fra consanguinei, come appunto l'India». A spiegarlo è Rossella Nappi, professore associato di Ostetricia e Ginecologia all'Irccs Policlinico San Matteo e Università di Pavia.
Ma Dutee, che ha presentato ricorso al Tribunale dello sport in Svizzera contro la decisione di escluderla dalle gare femminili, pur essendo stata sottoposta a tutti gli esami per verificare il
suo genere, è un caso ancora più singolare perché «solitamente l'iperandrogenismo severo conferisce anche segni estetici evidenti, mentre lei appare bella e femminile - sottolinea l'esperta - si tratta quindi di un caso che rientra in quelle condizioni molto rare, in cui c'è un difetto a livello enzimatico. In genere, poi, oltre all'aspetto esteriore, l'iperandrogenismo severo si accompagna a massa muscolare profondamente ipertrofica. È chiaro che se si va a somministrare qualsiasi tipo di terapia anti-androgenetica, si andrà a influire anche sui muscoli» e questo per l'atleta non è positivo.
Insomma, «esistono tantissimi sottotipi di deficit di questo tipo, tutti piuttosto rari, ma in genere curabili: forse non l'hanno curata per non sottrarle potenza muscolare. Questo, d'altronde, è anche il motivo per cui molti atleti ricorrono al doping con anabolizzanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero