E’ cieco ma vede benissimo le stelle. E come il grande Beethoven che soffriva di ipoacusia eppure componeva musiche straordinarie, anche lui fa un mestiere che necessita...
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L’intervento però ha avuto degli effetti collaterali incredibili: le pupille sono rimaste sempre aperte, come in una foto sovraesposta. E mentre di giorno la sua minima vista è disturbata dall’estrema sensibilità alla luce che non gli permette di guardare bene l’universo, lo stesso universo di notte per lui non ha segreti. E quello che è un limite diventa un vero superpotere. Come racconta lo stesso Ducette. «Quando mi hanno tolto la benda da uno degli occhi, ho guardato la Via Lattea ed è stato come se una tenda si fosse sollevata, è stato incredibile».
Il suo velo era stato abbassato e da lì aveva potuto immergersi in un oceano fatto di tanti puntini brillanti. Che non erano gli effetti nefasti di un distacco della retina, come aveva pensato all’inizio con grande preoccupazione. Ma una facoltà speciale, un talento, quasi un dono per vedere a occhio nudo quello che normalmente non è possibile scorgere neanche con un telescopio. Con tutti i dettagli, quasi impossibili da individuare, grazie al fatto di ricevere molta più luce agli occhi rispetto agli altri. E così all’osservatorio della Royal Astronomical Society of Canada vede “qualcosa che sembra una ciambella, con due piccole stelle in mezzo”, invisibile a tutti i presenti.
Da qui la decisione di realizzare un suo osservatorio privato, il Deep Sky Eye Observatory nella contea di Yarmouth in Nova Scotia. Per andare a rimirar le stelle ogni sera, liberamente prima di andare a letto. E dar loro la sua personalissima e lungimirante Buonanotte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero