La legge delega sulla riforma del Lavoro dovrebbe essere approvata dall'Aula del Senato entro l'8 ottobre per poi passare alla Camera. E' questo il primo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Arrivare al vertice con la riforma del lavoro già avviata darebbe slancio alle richieste del governo Renzi ai partners europeiperi un piano di misure per il rilancio dell'asfittica economia europea. Taddei ha ribadito che il governo non intende varare alcun decreto. E ha spiegato che il Pd - che sul testo della delega è spaccato e vede la minoranza bersaniana sul piede di guerra - non intende trasformare il dibattito in un confronto sull'articolo 18 giudicato "non centrale".
Il responsabile economico del Pd ha ribadito che la riforma non ha intenti "punitivi" o di "sottrazione di diritti. "Non vogliamo prestarci alle strumentalizzazioni di una politica sconclusionata - ha detto Taddei - Una politica che pensa solo a piantare bandierine e non a risolvere i problemi". "Per i nuovi assunti intendiamo delineare un sistema unico per tutti - ha spiegato Taddei - con un contratto a tempo indeterminato che in caso di licenziamento preveda un indennizzo a carico dell'azienda che cresce sulla base della durata del contratto". Il nuovo sistema riguarderebbe solo i neoassunti. Nel Pd però la tensione resta alta. Per questo oggi il vicesegretario Debora Serracchiani ha lasciato intender che il governo è intenzionato a venire incontro alle proposte che emergeranno in Parlamento. "Non è detto che il testo defiinitivo della delega - ha spiegato la Serracchiani - Debba essere identico a quello approvato ieri dalla Commissione Lavoro del Senato". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero