La guerra tra Iran e Arabia Saudita per ora si combatte con le armi della diplomazia, con Riad e i suoi principali alleati che rispondono all'assalto all'ambasciata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ieri sera invece nella regione saudita di Qatif, luogo natale dell'imam sciita Nimr al Nimr giustiziato dalle autorità di Riad e la cui morte ha scatenato la crisi in corso tra Iran e Arabia Saudita, un uomo e un minore sono rimasti uccisi in una sparatoria tra polizia e non meglio precisati uomini armati, secondo il racconto dei media controllati dal governo saudita. Sul piano diplomatico, Riad aveva annunciato nella notte la rottura delle relazioni con Teheran richiamando in patria i suoi diplomatici, possibili bersaglio di nuovi attacchi in Iran. L'Arabia Saudita ha anche dato 48 ore di tempo ai diplomatici iraniani per lasciare il regno. Analogamente, il Bahrain oggi ha rotto le relazioni diplomatiche con l'Iran. Il piccolo Stato del Golfo è governato da una dinastia sunnita alleata di Riad, ma è abitato da una maggioranza sciita, politicamente vicina all'Iran e corteggiata da Teheran in funzione anti-saudita. Manama ha accusato l'Iran di «una crescente, pericolosa e flagrante interferenza» negli affari del Golfo. «Per mantenere la sicurezza e la stabilità nella regione bisogna frenare la politica (iraniana) che mira alla divisione confessionale», recitava oggi un comunicato del ministero degli Esteri del Bahrain. Anche gli Emirati Arabi Uniti, altro membro del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), l'alleanza di Paesi arabi guidata dall'Arabia Saudita, hanno espresso solidarietà a Riad ma si sono limitati a ridurre le relazioni diplomatiche mantenendo quelle commerciali.
Mentre il Sudan, che da 2014 ha riallacciato i rapporti con Riad raffreddando invece quelli con Teheran, ha annunciato di aver espulso l'ambasciatore iraniano a Khartum. In serata Riad ha inoltre annunciato di aver congelato tutti i collegamenti aerei con le destinazioni iraniane, nonchè i legami commerciali. Dal canto suo l'Iran, con un comunicato del ministero degli Esteri, ha risposto accusando i sauditi di «continuare a perseguire una politica tesa a esasperare lo scontro nella regione». La replica di Riad non si è fatta attendere: «Nimr era un terrorista coinvolto in tre attacchi», ha affermato il ministro degli Esteri Adel Jubeir. Per la sua uccisione, ha proseguito Jubeir, «l'Arabia Saudita deve essere elogiata e non criticata». Anche il ministero della Giustizia saudita ha giustificato nuovamente la decisione di condannare l'imam sciita alla pena capitale: «Abbiamo applicato la legge islamica (sharia) secondo i fatti accertati durante il processo», ha affermato un portavoce del dicastero. In un clima di scontro che rischia di far saltare qualsiasi tentativo negoziale sui fronti caldi finendo per favorire l'Isis, cresce la preoccupazione delle cancellerie occidentali.
La Casa Bianca oggi si è appellata ad entrambe le parti affinchè «fermino l'escalation», e il segretario di Stato Usa John Kerry ha alzato la cornetta per ripetere ai due ministri degli Esteri lo stesso messaggio.
Il Messaggero