Alle stelle la tensione tra Arabia saudita ed Iran: in serata Riad ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Poche ore prima, erano state della guida...
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Una condanna ed un rinvio ad una punizione futura che più autorevoli (e minacciosi) non potevano essere, e che si accompagnano a quelle che giungono dalle diverse voci del governo di Hassan Rohani. Le quali hanno anche ammonito i manifestanti a non deragliare dai binari della legalità, come accaduto ieri notte all'ambasciata saudita, devastata e messa a fuoco nonostante i cordoni ed i rinforzi di polizia pur preventivamente ordinati. Ma i protagonisti dell'assalto - studentì e basiji, i volontari dei Pasdaran, sono spesso protagonisti di simili deragliamenti - evidentemente ben conoscevano la prassi degli attacchi alle ambasciate e anche i confini della semi-illegalità in cui potersi muovere. Tanto che, nonostante il divieto di tornare di fronte alla sede diplomatica di Riad - dove manca da circa un anno il titolare, solo pochi giorni fa si era annunciato l'arrivo del nuovo ambasciatore, che ora dovrà rinunciare - e nonostante i circa 50 arresti annunciati dalla magistratura, altre proteste si sono ripetute oggi nello stesso luogo, con scontri e qualche agente ferito. Proteste concluse con un atto simbolico da parte dei manifestanti: una targa nuova, con il nome dello Sheikh Nimr, al posto di quella che indicava Boustan street.
La manifestazione ufficiale intanto si svolgeva a Felestin Square, nel centro della capitale, con un vecchio e nuovo repertorio di slogan contro i sauditi, «mercenari degli Usa», e il grande e storico nemico, Israele.
Il Messaggero