L'appello del Papa: «Non escludete mai nessuno per razza, fede o cultura»

L'appello del Papa: «Non escludete mai nessuno per razza, fede o cultura»
Città del Vaticano Parola d'ordine: inclusione. Un invito – quello risuonato stamattina in piazza San Pietro - a non emarginare nessuno. Un invito valido a...

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Città del Vaticano Parola d'ordine: inclusione. Un invito – quello risuonato stamattina in piazza San Pietro - a non emarginare nessuno. Un invito valido a qualsiasi latitudine e in qualunque ambiente. Da applicare con il vicino di casa straniero, il senzatetto che si vede vagare nel quartiere, il lavoratore musulmano. “Non ostacoliamoci a 
vicenda! Non escludiamo nessuno!" ha gridato papa
 Francesco nell’ultima udienza giubilare. Un invito a declinare il concetto di misericordia nella vita quotidiana, partendo dal basso fino ad arrivare all'alto, ai grandi movimenti storici, alle situazioni internazionali. "Questo
aspetto della misericordia, l’inclusione - ha detto - si manifesta nello spalancare le braccia per accogliere senza
 escludere; senza classificare gli altri in base alla condizione 
sociale, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione:
davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama
Dio".


La riflessione è proseguita allargando lo sguardo all'orizzonte. “Quante persone stanche e oppresse incontriamo anche oggi! Per la strada, negli uffici pubblici, negli ambulatori medici... Lo sguardo di Gesù si posa su ciascuno di quei volti, anche attraverso i nostri occhi. E il nostro cuore com’è? E’ misericordioso? E il nostro modo di pensare e di agire, è inclusivo?” La sequela di domande non ha trovato risposte anche se la predicazione di Bergoglio ha indicato il Vangelo: “ci chiama a riconoscere nella storia dell’umanità il disegno di una grande opera di inclusione, che, rispettando pienamente la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero