Appalti campani, la Finanza al Viminale: nel mirino i restauri di Palazzo Teti

Appalti campani, la Finanza al Viminale: nel mirino i restauri di Palazzo Teti
NAPOLI - Hanno preso le carte, i documenti legati all'appalto per la costruzione della casa della cultura e della legalità. Si sono presentati in mattinata, non erano...

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NAPOLI - Hanno preso le carte, i documenti legati all'appalto per la costruzione della casa della cultura e della legalità. Si sono presentati in mattinata, non erano in divisa, hanno mostrato la richiesta di acquisizione di atti e hanno messo a segno un nuovo step nell'inchiesta che vede indagato - tra gli altri - l'ex coordinatore regionale del Pd Stefano Graziano. Un blitz a sorpresa, nel pieno del ciclone giudiziario che rischia di travolgere politici e amministratori, manager e presunti faccendieri. Restauro di Palazzo Teti a Santa Maria, la Finanza bussa alle porte del Viminale. Gli uomini della Tributaria hanno un mandato preciso: farsi consegnare le carte nel dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, l'ufficio che gestisce l'ex dimora sammaritana di Garibaldi, in quanto bene confiscato a metà anni '90. Pochi giorni dopo gli arresti dell'imprenditore Alessandro Zagaria (ritenuto legato ai casalesi) e dell'ex sindaco di Santa Maria Biagio Di Muro, l'inchiesta napoletana fa registrare un passo in avanti. I pm puntano a ricostruire la parte terminale di un appalto da due milioni di euro, rimasto per qualche mese incagliato nelle secche della burocrazia.


GLI INTERROGATORI

Si parte dalla tangente di 70mila euro che sarebbe stata girata, tramite due imprenditori e una consulente privata, al sindaco e ad alcuni funzionari di Santa Maria Capua Vetere (ipotesi negata dinanzi al gip dai diretti interessati), fino al presunto intervento romano della cricca. Ora si punta a fare in fretta, a chiudere le indagini entro il prossimo mese. Mentre la Finanza va a Roma, a Napoli vanno avanti gli interrogatori di garanzia, che seguono sempre lo stesso canovaccio: dopo l'ex vicesindaco Biagio Di Muro, anche Marco Cascella (ex amministratore della Lande) ha negato di aver organizzato la tangente da 70mila euro. Intanto, stando a quanto emerge dagli accertamenti dei carabinieri ci sarebbero almeno una decina di telefonate tra Graziano e l'imprenditore Alessandro Zagaria a ridosso delle elezioni regionali dello scorso 2015. In una di queste - secondo i pm - Zagaria manifesterebbe il proprio compiacimento per l'avvenuta elezione, mentre Graziano ricambierebbe mostrandogli la sua riconoscenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero