Treviso, lascia la casa ai profughi, insulti e accuse sul web: «Ci guadagna»

Treviso, lascia la casa ai profughi, insulti e accuse sul web: «Ci guadagna»
Quando 2 anni fa si prese i profughi in casa venne sommerso di critiche. Tutti giù a fargli i conti in tasca. E lui i conti li ha resi pubblici, spiegando come spendeva i...

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Quando 2 anni fa si prese i profughi in casa venne sommerso di critiche. Tutti giù a fargli i conti in tasca. E lui i conti li ha resi pubblici, spiegando come spendeva i famosi 30 euro al giorno ricevuti per ognuno dei 6 richiedenti asilo ospiti nella casa di Camalò di Povegliano, provincia di Treviso.  E ora che l'immobile resterà a quegli ospiti africani (e ai due dei suoi 4 figli ancora sotto il tetto familiare), gli altri ancora dietro a far ricorsi nonostante tutti lavorino e parlino l'italiano perfettamente o quasi, e che il professor Antonio Calò andrà a vivere con la moglie Nicoletta assieme a un parroco di Treviso, don Giovanni Kirschner, per avviare un progetto d'accoglienza  rivolto a famiglie e giovani in difficoltà, ecco ancora che il web si scatena.


«Ha il suo bel tornaconto economico!», «Se avesse dato la casa ad italiani in estrema povertà allora sarebbe un santo, ma ha preferito darla agli immigrati percependo 30 euro a testa: non è santità è business», «Se si trasferisse lui in Africa sarebbe meglio: uno scambio alla pari», sono solo alcuni dei commenti sprezzanti apparsi nelle ultime ore accanto alla notizia diffusa e ripresa da tutti i media nazionali. Calò, di fronte a questo tipo di attacchi, replica: «Non vedere il bene è pericoloso, e di fronte all'ignoranza non posso nulla». Quanto ai famosi 30 euro al giorno per migrante, la questione è ancor più semplice. I suoi 6 ospiti - come già detto da Calò - dallo scorso marzo sono usciti economicamente dal sistema d'accoglienza e lo Stato non eroga più nulla per loro.

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Il Messaggero