La Procura di Roma ha avviato una indagine in relazione all'attacco informatico avvenuto sabato per mano degli hacker di Anonymous. Nel procedimento, affidato al pm Eugenio...
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L'attacco è scattato sabato: mail, numeri di telefono, ordinanze di servizio delle Questure ma anche buste paga e fotocopie di documenti di appartenenti a forze di polizia e forze armate sono finiti su internet, accessibili a tutti. Compreso uno scambio di mail tra funzionari di palazzo Chigi e le autorità di sicurezza per l'organizzazione dei sopralluoghi a Bologna in vista della visita del premier Paolo Gentiloni, in programma domani. A rivendicarlo, gli hacker di Anonymous: «Cittadini, siamo lieti di annunciarvi, per il diritto della democrazia e della dignità dei popoli, che siamo in possesso di una lista di dati personali relativi al Ministero dell'Interno, al Ministero della Difesa, alla Marina Militare nonché di Palazzo Chigi e Parlamento europeo».
I documenti diffusi dal blog e dal profilo Twitter degli hacker sono al momento una quarantina ma, stando a quanto loro stessi affermano, potrebbero essere molti di più. «Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, portali, documenti, verbali e molto altro - scrivono - Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail». Se sia davvero così, e se Anonymous deciderà di diffondere altri leaks, si scoprirà nelle prossime ore. Secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, però, l'intrusione è stata «immediatamente rilevata» dagli esperti della Polizia Postale nel corso di un costante monitoraggio della rete. E soprattutto, gli hacker non sarebbero riusciti a penetrare le difese dei server delle istituzioni. «Le attività d'indagine tecniche avviate nell'immediato non hanno al momento evidenziato ulteriori compromissioni di sistemi informatici istituzionali» dicono dal Dipartimento, sottolineando che l'attacco ha interessato solo due «caselle mail personali di un dipendente della Difesa e di un appartenente alla Polizia di Stato», dalle quali sono stati sottratti «indirizzi mail e documentazione».
Quel che è certo, però, è che a differenza di altre volte in cui gli hacker hanno pubblicato documenti istituzionali rubati, stavolta ve ne sono diversi molto attuali e non risalenti ad anni fa.
Il Messaggero