«Sono state confermate le presenze delle organizzazioni mafiose storiche, accanto a nuove forme di criminalità organizzata che costituiscono l'aspetto di...
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Per l'alto magistrato, «la 'questione mafia' a Roma non è certamente esaustiva di tutta la 'questione criminale', né può dirsi, che la mafia 'domini' Roma tra le varie organizzazioni. In tema di mafia, Salvi aggiunge che continua ad apparire piuttosto come «una realtà estremamente variegata, che riflette la complessità del territorio capitolino».
La Dda di Roma ha individuato «l'articolazione romana» di una associazione criminale dedita alla tratta degli esseri umani e che gestiva il flusso migratorio a partire dai porti libici. È quanto emerge dalla relazione del procuratore generale Salvi. Una struttura criminale, aggiunge il pg di Roma, che gestiva il flusso di migranti «con modalità violente e con danno» per gli immigrati.
L'infiltrazione del Mondo di Mezzo, quell'ambito in cui ha preso piede Mafia capitale nella Giunta guidata da Gianni Alemanno, è stata «pervasiva e strutturale, attingendo anche i vertici politici», prosegue Salvi. «Nella successiva amministrazione (quella guidata da Ignazio Marino, ndr) il peso della rete di relazioni - aggiunge Salvi - costruita dal sodalizio ha continuato a farsi sentire nella struttura burocratica».
«Da molti anni Roma non è più il porto delle nebbie, come venne battezzata in un periodo oscuro della nostra storia», afferma il presidente della corte d'appello della Capitale, Luciano Panzani, nella sua relazione. Per l'alto magistrato la Capitale «deve diventare il luogo in cui l'amministrazione della giustizia rappresenta una risorsa e non un problema. Ad oggi sono 47mila procedimenti penali pendenti, di cui 22.500 prescritti o condannati alla prescrizione».
Da Milano, invece, arriva l'allarme del procuratore generale Roberto Alfonso che definisce «gravi per la città» le infiltrazioni mafiose nei lavori per la Fiera. Al centro delle relazioni lette durante la cerimonia anche la carenza d'organico nella magistratura: Alfonso parla chiaramente di «giustizia al collasso».
«Il lavoro statistico» sullo stato di salute della giustizia del distretto e in particolare di Roma restituisce un quadro che «non si esita a definire drammatico». Lo sostiene il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell' anno giudiziario. Per l'alto magistrato servono «interventi radicali di riorganizzazione».
«Interi settori della legalità quotidiana sono sommersi dalla prescrizione - ha aggiunto Salvi -, così giungendosi alla vanificazione della sanzione penale e della sua stessa minaccia, proprio nelle aree di maggiore interesse per il cittadino. I dati forniti l' anno passato sono in alcuni casi peggiorati, pur se si deve dare atto di un notevole aumento di produttività della Corte d'appello. Se nel 2014/2015 sono stati dichiarati estinti per prescrizione il 30% dei procedimenti definiti dalla Corte d'appello, nell'annualità oggi in esame il dato si avvicina al 38%». Per il Pg Salvi «il dato diviene drammatico se si fa riferimento ai reati a più breve termine di prescrizione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero