La nuova stagione dell'Associazione nazionale magistrati si apre con l'elezione a presidente di Piercamillo Davigo, ex pm del pool di Mani Pulite, leader di Autonomia e...
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BOTTA E RISPOSTA
Insomma, tensione alta con il Governo, anche se la risposta del premier Matteo Renzi è diplomatica e allo stesso tempo puntata al rispetto dei ruoli: «La magistratura non si accusa - dice - si rispetta chiedendo ciò che da secoli deve fare e su cui noi non mettiamo bocca, così come la magistratura non mette bocca nel procedimento legislativo. Sarebbe clamorosa invasione di campo». E ancora: «Noi vogliamo dire ai magistrati, guardate che avete tutto il nostro sostegno ma le sentenze si fanno nei Tribunali, quelli da condannare si trovano lì». Davigo, quasi in un ping pong di reazioni, chiede «il rispetto della dignità della categoria».
Lo scambio di messaggi con Renzi, però, lascia intuire una stagione di dialettica senza peli sulla lingua. Quel «Brr...che paura» con cui il presidente del Consiglio aveva risposto alla protesta dei giudici sul taglio delle loro ferie «non mi è piaciuto per niente», sottolinea il neo eletto. Davigo resta convinto che sulle ferie delle toghe Renzi abbia sbagliato: «Perché far credere che il disastro della giustizia dipenda dalle troppe ferie dei magistrati? Non è così e questo va detto con fermezza: lavoriamo tanto e bene». E il premier aggiunge: «Il rapporto con la magistratura è sempre stato di subalternità o di attacco. Ora è arrivato il momento di dire che noi facciamo il tifo per la giustizia».
I TEMPI
Il neo eletto sarà presidente a termine: dovrà lasciare il posto tra un anno, perché la giunta si basa sulla rotazione dei gruppi al vertice dell'Anm. Ed è stata soprattutto la definizione del nuovo organigramma a impegnare la gran parte del tempo, con riunioni defatiganti tra le correnti. Dopo una guerra interna, Autonomia e Indipendenza alla fine ha dovuto cedere sulla richiesta di avere oltre alla presidenza un altro componente della giunta, su cui l'accordo rischiava di incagliarsi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero