Il poliziotto che abbraccia i migranti e quello che prende il caffè,la poliziotta che allatta il figlio e quello seduto in metropolitana tra gli altri cittadini,...
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Le tavole, 13 in tutto, sono stare disegnate dal maestro Alessandro Tamponi e saranno vendute all'asta. I proventi, insieme a quelli della vendita del calendario, verranno appunto donati ai bimbi rimasti orfani nel terremoto che ha devastato Amatrice e Accumuli. «Siamo stati ritratti come persone normali - dice il segretario dell'associazione Enzo Letizia - perché siamo persone normali che, nel momento del bisogno e dell'emergenza, sanno trovare la forza dell'umanità e, a volte, la necessità di essere eroi». Questo calendario, sottolinea il capo della Polizia Franco Gabrielli, «trasmette i valori della nostra istituzione. E l'idea di donare il ricavato a quel pezzo di paese che è stato tragicamente colpito è un ulteriore segno del nostro essere in mezzo alla gente, al servizio della comunità». «È una bellissima iniziativa - aggiunge il Commissario per la ricostruzione Paola De Micheli - che si inserisce in un percorso straordinario di solidarietà degli italiani verso il quale le istituzioni saranno sempre grate».
«Mi auguro che il nostro essere vicino alla gente ci qualifichi anche in questo tipo di iniziativa per un pezzo di Paese tragicamente colpito. Plaudo alla capacità pittorica di chi l’ha immaginato. L’iniziativa di raccolta fondi è significativa e bella», ha aggiunto il capo della polizia Franco Gabrielli. L’iniziativa, 12 opere realizzate appositamente per i 12 mesi dell’anno, è a sostegno degli orfani del terremoto che ha colpito il centro Italia nell’agosto 2016. Presente anche il Sottosegretario del Governo e Commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli. «La ricostruzione delle aree terremotate è difficile e complicata-spiega l’Onorevole-ce la stiamo mettendo tutta. I funzionari della Polizia, con questo progetto, danno un contributo importante al nostro Paese». Il calendario di Tamponi, secondo Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap «E’ una rappresentazione dissacrante in senso costruttivo perché rompe gli schemi con la visione tradizionale che abbiamo della Polizia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero